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venerdì 29 marzo 2024 | ore 10:45

Guerra a tempo all'amico Gheddaffi

Attualità - Berlusconi e Gheddaffi (da internet)

Ci sono domande che il Paese dovrebbe e vorrebbe capire. Risposte che invece vengono troppo prematuramente date per scontate. Ma che scontate non sono. Dopo il voto ieri in Parlamento per la 'nuova fase' del nostro intervento in Libia, ci permettiamo di formulare alcuni interrogativi che, speriamo, qualcuno voglia provare a rispondere. Riprendo alcuni stralci di un articolo de 'Il Sole 24ore' dell'agosto scorso (non un decennio fa): "Gheddafi avrebbe inoltre rinnovato l'attenzione della Libia alla penetrazione delle imprese italiane nel Paese, frutto della firma del trattato di Amicizia tra Italia e Libia di cui ricorre il secondo anniversario. Secondo le stesse fonti non sono stati firmati accordi specifici, ma da parte di Tripoli si sarebbe semplicemente ribadita la disponibilità ad accogliere gli investimenti italiani nel Paese. [...] Lasciata la residenza dell'ambasciatore, Berlusconi e Gheddafi hanno svelato una targa e tagliato un nastro verde per l'inaugurazione della sede romana dell'Accademia libica in Italia, in occasione della Giornata di amicizia italo-libica". Ora, a poco più di un mese dall'avvio delle operazioni militari contro l'amico Gheddaffi, su forti pressioni di Francia e Stati Uniti, la Nato ha (crediamo giustamente) spinto perchè anche l'Italia prendesse una posizione. Ci siamo così trovati in guerra (non una cosa banale, perchè di 'guerre', l'Italia, dopo il conflitto mondiale non è ha fatte poi molte) contro uno Stato a cui fino a poco tempo fa andavamo ad investire, gli regalavamo navi di pattugliamento (che ora gli bombardiamo) ed era la nostra principale riserva energetica. La mozione approvata ieri, però, è ancora più da decifrare: "Nessun intervento delle truppe in azioni di terra, un termine temporale certo da comunicare al Parlamento entro cui concludere le azioni contro specifici obiettivi militari, nessun aumento delle tasse e una graduale e concordata riduzione degli impegni del nostro Paese sul teatro internazionale". Il nostro dubbio è che, a memoria d'uomo, quando è mai stato possibile programmare il termine di una guerra?

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