Milano / Malpensa
Nassiriya: era il 12 novembre...
- 15/11/2008 - 17:13
- Attualità
Sono passati cinque anni. Cinque lunghissimi anni. Era il 12 novembre 2003 quando, alle 10.40 (ora locale), le 8.40 in Italia, un mezzo pieno di esplosivo scoppiò davanti alla base militare italiana a Nassiriya, provocando una vera e propria strage. Il bilancio fu terribile: 12 Carabinieri, 5 Militari e due civili italiani morti, oltre a numerosi feriti e ad altre persone del posto rimaste uccise nell’attentato (9 iracheni persero la vita). Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le immagini che, negli attimi appena successivi alla tragedia, le televisioni di tutto il Mondo hanno mandato in onda. La base Maestrale, che ospitava il personale dell’unità di manovra del Reggimento Carabinieri della Msu, fu ridotta ad uno scheletro di cemento. Tutto attorno solo macerie e dove c’era l’autobomba un cratere profondo circa 8 metri. Ognuno di noi ricorda quei terribili momenti. I flash d’agenzia, minuto dopo minuto, si susseguivano, uno dopo l’altro, facendoci capire come il bilancio era destinato, purtroppo, a salire con il passare del tempo. In questa pagina abbiamo voluto ricordare e rendere omaggio a chi , in quel orribile giorno di metà novembre, ha perso la vita, ed a chi, invece, è ancora in quei luoghi e sta continuando a svolgere con devozione ed amore la sua missione. Per l’Italia, per la Patria e, soprattutto, per la Pace, cercando di portare un po’ di speranza ed aiuti concreti. Dopo cinque anni non vogliamo dimenticare. No! Chiediamo che i caduti di Nassiriya, così come tutti coloro che hanno perso la vita in missioni di Pace all’estero, siano ricordati, per sempre, ogni giorno dell’anno e non solamente in questo periodo. Perché il lavoro che i ‘nostri’, non importa che siano Carabinieri o Rappresentanti dell’Esercito, così come anche civili o volontari di Associazioni di assistenza, stanno svolgendo in quelle terre, è molto importante. Ogni parola, ogni frase, ogni singolo pensiero, detto ora, potrebbe risultare superficiale. Per questo non aggiungiamo altro, ma ci fermiamo qui. Affidandoci ai ricordi, alle emozioni ed alle parole di chi ha vissuto quei momenti o ancora li sta vivendo, dei familiari, dei parenti o degli amici delle vittime. Nella speranza che quanto si sta facendo rimanga sempre nella memoria di ognuno di noi. Nei secoli. E che niente e nessuno possa cancellarlo. Grazie a tutti i nostri Militari impegnati in missioni all’Estero. Grazie a chi ha deciso di dedicare tutto se stesso per gli altri. Grazie per quanto è stato fatto in tutti questi anni e per quanto, invece, ancora si farà.
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