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venerdì 19 aprile 2024 | ore 14:18

"La cucina è arte. Ascoltatela e vivetela"

Intervista allo chef Antonino Cannavacciuolo. Dalla Campania all'arrivo in Piemonte, fino al debutto in televisione. Quattro chiacchiere alla scoperta di piatti e segreti.
Storie - Lo chef Antonino Cannavacciuolo (Foto FTFoto)

Mole importante, barba nera folta, accento partenopeo e palato sopraffino. Di chi stiamo parlando? Ma dello chef Antonino Cannavacciuolo, il gigante buono dell’alta cucina in tv, recentemente approdato anche a ‘Masterchef’. Che noi di Logos abbiamo intervistato per voi, chiedendogli innanzitutto del suo grande amore per il Piemonte. “L’amore per questa regione è nato dalla curiosità di volermi spostare dalla Campania e di voler conoscere una zona d’Italia da cui provenivano cuochi che attirarono la mia attenzione; e poi ho incontrato Cinzia, mia moglie, originaria del Lago d’Orta, con la quale abbiamo deciso di intraprendere la gestione di Villa Crespi”. Dopo questa avventura, la scelta di aprire anche un bistrot nella vicina Novara: “L’idea del ‘Cannavacciulo Cafè & Bistrot’ è partita dalla volontà di trasformare uno storico locale cittadino sinonimo di arte e spettacolo, in un punto d’incontro che accompagni gli ospiti durante tutto l’arco della giornata e che riassuma il nostro concetto di accoglienza”. Non a caso quindi la location presso il Teatro Coccia: in fondo, anche la cucina è un’arte...? “La cucina è arte, espressione di sensazioni, e come ogni altro tipo di arte, deve essere ascoltata, guardata e vissuta. Credo che ciò che accomuni l’arte in generale sia la quantità di emozioni che vengono espresse e percepite”. Ma com’è stato che Antonino Cannavacciuolo è diventato chef due stelle Michelin? “La passione per la cucina è cresciuta con me giorno dopo giorno: fin da piccolo sono stato circondato da un ambiente dove la cucina e i sapori della tradizione erano protagonisti. Con impegno, costanza, passione, determinazione e tantissimo coraggio ho intrapreso la carriera in cucina, affrontando tra le altre difficoltà i miei genitori, che inizialmente si opposero a questa mia scelta”. Una lotta per diventare ciò che voleva essere che è valsa la pena e che l’ha portata a sdoganare l’alta cucina anche in tv. Com’è essere protagonista sul piccolo schermo? “Il mio debutto televisivo non è stato per nulla semplice: mi sono trovato ad affrontare un mondo a me totalmente sconosciuto, confrontandomi con nuove realtà. Sono veramente felice di aver avuto la fortuna di poter intraprendere anche questa nuova avventura. Ho conosciuto persone speciali e la televisione ha il merito di aver avvicinato il grande pubblico al mondo della ristorazione e della cucina: da quella di tradizione a quella dei ristoranti stellati”. (CREDITS FTFOTO)

BENVENUTI AL 'CANNAVACCIUOLO CAFE' E BISTROT'

Un ambiente informale, con sedie (volutamente) spaiate e camerieri in pantaloni casual e bretelle. Il ‘Cannavacciuolo Cafè & Bistrot’ è il luogo ideale in cui tuffarsi per la prima volta in un’esperienza di gusto di cucina di alto livello. Il menù degustazione di cinque portate offre l’opportunità di spaziare tra i grandi capisaldi della cucina dello chef Cannavacciuolo, il Piemonte e la Campania, con paccheri che si mescolano a salsiccia di Bra. La mano dello chef Cannavacciuolo troneggia (letteralmente, disegnata sul piatto) su tutte le portate, come fosse un sigillo di garanzia. La cucina del Bistrot vera e propria è affidata allo chef Vincenzo Manicone, uomo di fiducia di Cannavacciuolo, sempre presente da dietro il vetro della cucina a vista del locale. Anche i vostri amici cani sono i benvenuti. Il consiglio, però, è quello di prenotare per tempo un tavolo, perché il locale è spesso al completo. Se proprio non trovaste posto, potrete sempre consolarvi con un caffè intenso e un babà napoletano alla caffetteria del piano terra.

BUON APPETITO: L'ESPERIENZA DELLA CENA 'STELLATA'

Cenare in un ristorante che esprime cucina di alto livello o stellata è un’esperienza totalmente diversa dal pasto nel ristorante, definiamolo così, ‘classico’. I sapori che andrete a degustare sono totalmente diversi, come diversa deve essere la logica con cui sceglierete i piatti: non è necessario che vi piacciano tutti gli ingredienti, perché essi saranno amalgamati e combinati in un modo talmente nuovo che quello che conterà sarà solo il gusto totale. Non spaventatevi se il responsabile di sala o il cameriere si fermeranno a descrivervi nei dettagli le proprietà dei vari piatti dopo averli serviti: è un elemento comune dell’esperienza. Meglio ancora, se vi saranno date anche indicazioni su come degustare la portata. Le porzioni sono piccole, sì, preparatevi perché è vero, ma le pietanze sono così ricche ed elaborate che difficilmente sentirete fame. Inoltre, in un’esperienza di questo tipo vengono serviti anche dei piccoli ‘extra’: al Bistrot, per esempio, finger food mentre si consulta il menù, pre-dessert e babà e sfogliatine con il caffè, oltre a un magnifico cestino del pane aromatizzato.

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