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mercoledì 15 maggio 2024 | ore 18:32

In campo e fuori, Pro dai 'due volti'

Intervista con l'allenatore ed il capitano della Pro Patria. Se in campo c'è una squadra che è nelle prime posizioni, fuori la situazione è molto triste.
Sport Locale - Mister Novelli della Pro Patria (Foto Mazzenga)

MISTER RAFFAELE NOVELLI: Si stanno preparando all’imminente appuntamento di campionato, quando arriviamo allo Speroni. C’è chi lavora in palestra, chi, invece, è sul campo con la palla tra i piedi, tra passaggi, tiri in porta, schemi. Non ci sono, però, tutti e le sensazioni che si respirano non sono certo delle migliori. Se da una parte, infatti, c’è un gruppo che sta onorando, domenica dopo domenica, la sua stagione e che, attualmente, occupa le zone alte della classifica (accanto alla Pro Vercelli ed alla Tritium), dall’altra ci sono, invece, giocatori ed allenatore che non ce la fanno più, che sono arrivati ad un limite e che, sinceramente, non sanno se, così, potranno ancora andare avanti. La situazione fuori dal terreno di gioco è triste, per non dire tragica, ed è per questo che tutti, oggi, sono qui a chiedere un aiuto. “Domenica siamo scesi in campo - commenta il mister, Raffaele Novelli - La prossima saremo di nuovo impegnati in una gara di campionato, ma non posso dare per certo che l’altra ci vedrete giocare. Sono, ormai, nove mesi (da luglio dello scorso anno, ndr) che né lo staff tecnico, né tantomeno gli stessi calciatori percepiscono uno stipendio e, quindi, arrivati a questo punto, non ce la sentiamo più di fare promesse. Come dire, viviamo alla giornata, ma senza porci troppi obiettivi per il futuro. C’è chi ha una famiglia da mantenere, chi ha degli affitti da pagare, chi non riesce neanche a far fronte al quotidiano, alle piccole esigenze di tutti i giorni”. Ed è proprio sul quotidiano che Novelli vuole porre l’accento, perché è di quello che il gruppo ha maggiormente bisogno. “Da quando sono arrivato a Busto, prima dell’inizio della stagione - continua - ho potuto fare l’allenatore solo per un mese, forse qualcosa in più. Poi ho dovuto essere altro: andare alla ricerca del necessario per la squadra, fare da moderatore ed interlocutore, cercare di stimolare i ragazzi nonostante le speranze venissero sempre meno. Fino ad oggi si è vissuto, appunto, nella speranza che qualcosa potesse cambiare, che qualcuno si prendesse carico della società (allo stato attuale senza una gestione) e che, pertanto, succedesse qualcosa, di positivo. Invece ancora nulla ed è per questo che siamo qui a chiedere un sostegno, che qualcuno si faccia avanti. I giocatori sono stati straordinari, ottimi professionisti, che hanno continuato la loro strada nonostante la situazione. Calciatori, ma prima di tutto uomini, seri e preparati, ed a ciascuno penso sia doveroso dire grazie. Che cosa ci ha spinto a continuare? E, soprattutto, perché? Per noi stessi, ma, ovviamente, anche per i nostri tifosi, che non ci hanno mai abbandonato. Adesso, però, lo ripeto non ce la sentiamo di fare promesse sul futuro. Non sarebbe giusto, né tantomeno realistico”.

IL CAPITANO, DOMENICO 'MIMMO' CRISTIANO: La speranza, quella che fino a qualche tempo animava i ragazzi, oggi si sta, piano piano, trasformando in delusione. I calciatori della Pro Patria sono stanchi o, come ci hanno spiegato loro stessi, sono arrivati ad un limite. Qualcuno ha già lasciato il gruppo, scegliendo nuove destinazioni e mete, altri, magari, lo faranno a breve, ed altri ancora, infine, hanno deciso di rimanere, fiduciosi che potesse cambiare qualcosa. “Speranza - dice il capitano, Domenico Cristiano, per tutti ‘Mimmo’ - Beh... adesso non siamo più neanche in grado di pronunciarla questa parola. La situazione che stiamo vivendo, penso, ormai, la conoscono tutti e, quindi, non me la sento di biasimare quei miei compagni che hanno deciso di lasciare. Ho sempre cercato di essere obiettivo, analizzando la realtà in maniera attenta e precisa, per così dire, nei minimi particolari, facendo da moderatore e mediatore, ma, adesso, non posso che ribadire quanto emerso in queste ultime settimane. Siamo ad un limite: la squadra ha perso ogni spiraglio, anche piccolo, che possa accadere qualcosa di positivo. Viviamo alla giornata e continuiamo a lavorare per noi stessi, perché, lo voglio sottolineare, siamo calciatori, ma, prima di tutto, professionisti seri e uomini. Il nostro sogno è giocare a calcio, divertirci quando siamo in campo... Ed è questo che, nonostante la situazione, abbiamo cercato di fare, domenica dopo domenica. Per noi stessi, per i nostri tifosi e per chi ci ha sostenuto”. Ora, però, è tempo che qualcuno si faccia avanti... sì, ma in modo serio. E’ l’appello lanciato dal tecnico e dagli stessi atleti. Servono persone, istituzioni, realtà produttive o, comunque, chiunque che stia vicino alla squadra, per far fronte a quello che è il quotidiano. “Abbiamo gli affitti che non riusciamo più a pagare (da inizio anno ad oggi non abbiamo preso uno stipendio), le normali esigenze di tutti i giorni che non siamo più in grado di onorare: e sono solo alcune. Inutile fare promesse che poi non vengono mantenute - continua Cristiano - Non serve a nulla, anzi non ce la sentiamo di fissare obiettivi di fine stagione quando non sappiamo che cosa accadrà domani. E’ vero, sul campo siamo terzi in classifica, ma come possiamo pensare alla vittoria del campionato o ai play off, se stanno venendo meno le sicurezze fuori dal terreno di gioco?”.

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