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venerdì 19 aprile 2024 | ore 00:43

Tenente legnanese in missione in Libano

Legnano - Il tenente Italo

In Missione ONU negli stessi luoghi dove negli anni Ottanta altri militari "legnanesi" erano stati chiamati a dare il loro contributo per la Pace. E' il destino di un giovane legnanese, il tenente Franco Italo, proprio in questo periodo impegnato in Libano.
27 anni, Italo proviene da una storica famiglia legnanese. Ha frequentato le scuole elementari dalle Suore Sacramentine di Cerro Maggiore, le medie inferiori dalle Madri Canossiane dell’Istituto B. Melzi di Legnano e le medie superiori, fino alla seconda superiore, al Collegio Rotondi di Gorla Minore.
"Durante le scuole medie inferiori - inizia così il racconto del militare - è nata in me la voglia di intraprendere la carriera militare. E’ grazie ai miei genitori, che non nego essere stati entusiasti della mia scelta, che sono venuto quindi a conoscenza della “rinata” Scuola Militare “Teuliè”, con sede in Milano. Fu così, che durante il secondo anno di Liceo, ho sostenuto il concorso per l’accesso a questa Istituzione, accedendovi nel 2000".
"La Scuola Militare Teuliè - spiega Italo - non è solo un istituto capace di preparare i suoi cadetti a una futura vita all’interno delle Forze Armate, bensì, un organo capace di formare persone e fornire alti livelli di preparazione, sia sotto il profilo morale, che culturale e fisico. E’ stato nel periodo di licenza tra il primo e secondo anno accademico, che ho fatto la conoscenza dell’oggi Cavaliere Sergio Luraschi e dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia; grazie a loro, nell’ottobre del 2001, ho potuto spiegare le “ali bianche” del paracadute nel cielo di Montagnana e conseguire l’abilitazione al lancio con paracadute militare. Ricordo ancora quel giorno con grande emozione e orgoglio. Dopo quella prima volta, purtroppo, causa mille impegni di servizio, non ho più eseguito lanci con i paracadutisti legnanesi e con nessun’altra associazione".
"Dopo la maturità scientifica - prosegue il giovane tenente legnanese - nel 2004 sono entrato all’Accademia Militare di Modena, per diventare Ufficiale della Forza Armata. Sono stati due anni intensi, ricchi di studi universitari, preparazione atletica e militare. Nel 2006 ho conseguito il grado di Sottotenente e sono stato assegnato all’arma di Cavalleria. Nel settembre del 2006, dopo aver finito il biennio accademico, i miei studi si sono spostati a Torino presso la SAISME (Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell’Esercito), ente preposto alla formazione e alla specializzazione degli Ufficiali delle varie armi, e non solo, dell’esercito italiano".
Nella città piemontese il nostro concittadino ha continuato gli studi universitari fino a conseguire nel 2010, la Laurea magistrale in Scienze Strategiche. Il periodo “torinese” è durato tre anni, in cui, oltre alla preparazione universitaria, era prevista la specializzazione d’arma, nel suo caso alla Scuola di Cavalleria con sede a Lecce. Nel 2008 ha conseguito il grado di Tenente e sono stato assegnato alla specialità Cavalleria di Linea, branca della cavalleria.
"Da quando ho lasciato Torino nel 2010 - continua così il racconto di Italo - la mia vita si è spostata a Trieste, dove attualmente vivo e presto servizio (a Villa Opicina), presso il glorioso Reggimento ” Piemonte Cavalleria” (2°), uno dei Reggimenti più storici della cavalleria Italiana, di cui, ho avuto l’onore di essere “portastendardo” (chi porta la bandiera di guerra del Reggimento). In questo periodo mi trovo in Libano inquadrato nella missione ONU, denominata in ambito nazionale “Leonte9”, mentre in ambito internazionale la missione è conosciuta come UNIFIL (United Nation Interim Force In Lebanon).
Già in passato, nel 1982, un contingente italiano nel quale erano inquadrati anche i Bersaglieri del Battaglione Governolo di Legnano con a capo l’allora Ten. Col. Bruno Tosetti, era giunto in questo teatro operativo ma con compiti completamente diversi da quelli attuali.

Oggi, la missione Leonte segue le linee guida della risoluzione ONU 1701, che si pone l’obiettivo di consolidare la sovranità dello Stato Libanese in quest’area, affinchè possa esercitare il pieno controllo sul proprio territorio. Il contingente italiano, in cui sono inquadrati all’incirca 1600 uomini e donne del nostro Esercito, è attualmente dislocato nella parte OVEST di Unifil. Qui il lavoro di Franco Italo si svolge principalmente nella “Sala Operativa” del Comando Brigata, “luogo chiave“ dove giornalmente, senza alcuna interruzione, da oltre quatto anni, vengono gestite le principali attività e gli eventi più importanti della missione.

Le diverse attività svolte dai nostri militari in Libano, non riguardano unicamente quelle operative, come il controllo del territorio al fine di prevenire qualsiasi tipo attività eversiva che potrebbe in qualche modo destabilizzare la situazione generale, ma si completano anche con un'altra altrettanto importante attività, la Cooperazione Civile Militare detta (CIMIC).
"Compito di questa branca - spiega Italo - individuare progetti realizzabili rivolti alla comunità locale, progetti di interesse comune come quello di ricostruzione, ristrutturazione, allestimento, a piccole realtà come scuole, ambulatori, municipi, oppure più semplicemente alla fornitura di gruppi elettrogeni a organizzazioni e comunità al fine di risolvere l’annoso problema della carenza di energia elettrica, molte volte erogata a singhiozzo. Molte energie vengono investite inoltre nell’educazione, nella sanità, e nell’agricoltura.
Non mancano inoltre attività di salvaguardia del patrimonio culturale e di sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente. E’ sempre compito dei caschi blu dell’ONU, e nel nostro caso degli sminatori Italiani del 3° Reggimento Genio Guastatori di Udine, quello aprire varchi detti anche “corridoi”, nei campi minati presenti a ridosso della linea di demarcazione armistiziale tra Libano e Israele del 2000.

A differenza del 1982 quando i militari impiegati in Libano provenivano dalla leva obbligatoria, ora l’Esercito e costituito nella sua totalità da volontari altamente preparati, specializzati, dei veri professionisti in divisa che non hanno più nulla da invidiare agli altri eserciti. Molti di loro sono dei veterani, con diverse missioni alle spalle, e non è certamente difficile incontrare tra i colleghi quelli che si trovano qui per la terza volta in meno di quattro anni. Va fatto notare che tutto il personale inviato in missione, partecipa ad un lungo periodo di addestramento propedeutico, detto “Approntamento”, specificatamente improntato al teatro operativo Libanese, dove oltre alle tipiche materie di studio militari, molta importanza viene data alla conoscenza degli, usi, dei costumi,del rispetto dei valori e delle tradizioni locali, e perché no anche a dei rudimenti sulla lingua locale, utilissimi per poter poi relazionarsi magari anche se in modo elementare, con le genti del sud del Libano.
Prima di salutarci, il nostro giovane tenente ci ricorda quanto sia debitore nei confronti della famiglia e manda un doveroso ringraziamento ai suoi genitori, Rosy e Germano, dice "per i sacrifici, per il supporto morale e per la libertà che mi hanno lasciato nel scegliere questa vita senza pormi nessun ostacolo, spero possano essere orgogliosi del loro figlio".
"Ringrazio Raffaella, la ragazza con cui il 2 Giugno convolerò a nozze per essermi stata sempre vicina nonostante i sacrifici richiesti ad una donna che condivide la vita con un militare. Mi permetto inoltre - afferma Italo - di salutare con rispetto tutta la cittadinanza legnanese, pur vivendo altrove il mio cuore rimane a Legnano e non passa anno senza il quale telefono a casa per chiedere se il bellissimo Corvo nero ha vinto. Sono di S. Erasmo, se non si era capito. Infine un rispettoso saluto al Gen. Bruno Tosetti ed al Gen. Giusto che prima di me hanno servito la Patria con orgoglio e devozione e ai quali spero un giorno di assomigliare anche solo in minima parte".
"Spesso - conclude il tenente - mi chiedono per quale motivo io abbia scelto questa vita. Sono Italiano, mi sento italiano e questa è la mia Patria. Servire la Patria in armi per me è tutto quello che posso dare all’Italia, ho giurato di servirla, difenderla e di essere fedele alle libere istituzioni ma per me quel giuramento ha sempre significato anche difendere, servire ed essere fedele alla mia famiglia, ai miei cari ed a tutti gli italiani; penso non ci sia cosa più bella. L’Esercito lavora spesso in silenzio, fuori dagli occhi dei comuni cittadini che passeggiano per le città ma sempre con un unico fine, mantenere alto il nome dell’Italia ed ogni mattina lo ricordano in un unico coro: Fratelli d’ Italia".

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