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giovedì 18 aprile 2024 | ore 07:04

Finalmente il lieto fine: Michele è guarito

Il 43enne di Turbigo (primo caso di Coronavirus in paese) è, oggi, ufficialmente fuori dall'isolamento. I tamponi di controllo, infatti, sono risultati negativi.
Salute - Tampone Coronavirus (Foto internet)

Finalmente il lieto fine, quello tanto atteso e sperato, ma che, purtroppo, solo poche settimane fa aveva visto 'sfumare' e che adesso, invece, è realtà. Michele è guarito. Fuori, insomma, dalla quarantena, o per dirla in maniera più tecnica, dall'isolamento. Già, perché il 43enne di Turbigo (il primo caso di Coronavirus in paese), oggi è ufficialmente negativo ai vari tamponi di controllo. "Che cosa ho pensato quando mi è arrivata la notizia? - racconta - Una parola sola: libertà. Una sensazione strana e particolare, difficile, forse, da comprendere per gli altri, però, dopo oltre un mese chiuso in casa, è normale che nella tua testa passi questo messaggio". Sposato e papà di una bimba piccola, la sua 'battaglia' contro il COVID-19 è cominciata agli inizi di marzo (il 3 per la precisione): "Tosse e febbre, i classici sintomi di un'influenza - ricorda - Così ho contattato il medico che mi ha prescritto un antibiotico, ma, purtroppo, la situazione non migliorava. C'erano stati dei lievi segnali, comunque capivo di non stare bene e che c'era qualcosa di strano". E aveva ragione, perché, infatti, la settimana successiva, ecco la conferma di avere contratto il COVID-19 e l'inizio, appunto, dell'isolamento. "Fino al 24 marzo quando, ultimata la quarantena, sono stato contattato per essere sottoposto al tampone di verifica, risultando, purtroppo, di nuovo positivo - continua". Un altro periodo di chiusura in casa, allora; altri giorni di attesa e, poi, finalmente, appunto, il lieto fine. "Due ulteriori tamponi, il 6 e l'8 aprile - conclude - con l'esito che mi ha accertato come, stavolta sì che era finita la quarantena. Ero negativo, insomma; il virus non c'era più. Lo ripeto, la prima cosa che ho pensato è stata la libertà. La libertà dei gesti quotidiani. Anche semplicemente poter prendere l'ascensore del condominio e scendere in cortile per una 'boccata d'aria' è bellissimo. Capisci quanto sia speciale la normalità, quella che, magari, fino ad oggi, era scontata e che, invece, ogni giorno rappresenta un traguardo e qualcosa da custodire e valorizzare. Sono state settimane, certo, difficili: ad esempio, il momento che mi trovato in ambulanza e la preoccupazione se avessi preso o meno davvero il Coronavirus; oppure le notti insonni per la mancanza di respiro. Adesso che tutto è passato, mi guardo indietro e penso che, comunque, a differenza di tante altre persone (chi sta combattendo in un letto d'ospedale o chi se ne è andato per sempre), io sono stato fortunato e, quindi, è importante seguire le direttive e le regole che ci stanno dando. Voglio ripetere il messaggio che, ormai da tempo, ci dicono: stiamo e state a casa; non usciamo e facciamolo solo se strettamente necessario. Ne va della salute e anche della vita di ciascuno di noi".

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