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Era fine stagione, da qualche parte in Europa, quando mi arrivò la chiamata dal tour operator per cui lavoravo. Mi chiedevano di sostituire un collega per qualche giorno a Breslavia. La mia prima reazione fu stupore: Breslavia, ma dov’è? In quel momento di pausa, sull’autobus col mio autista, venne naturale cercare Breslavia sfogliando il catalogo viaggi. Viaggio dopo viaggio, scoprii di aver accompagnato già tutti gli itinerari, e proprio lì nacque una svolta. L’autista scherzò dicendo che avrei dovuto inventarlo io un viaggio… e in fondo aveva ragione. Così, tornata a casa, “inventai” il Natale a Stoccarda e Esslingen, scegliendo due delle mete che ancora oggi porto nel cuore per la loro magia natalizia e i mercatini che rivelano una tradizione antica e autentica, fatta di luci, sapori e atmosfere imperdibili.
Quest’idea racchiude il senso profondo del viaggio: partire da zero, da un piccolo paese vicino Milano, spalancare la porta sul mondo e invitare a una vera apertura culturale e linguistica. Viaggiare dove ogni esperienza diventa assaggio di diversità – artistica, architettonica, culinaria, nei mezzi di trasporto e nelle lingue. Per questo ho sempre sentito il bisogno di coinvolgere non turisti, ma viaggiatori, persone pronte a mettersi in gioco davanti alle molteplici esperienze e proposte. Mettersi in gioco nella diversità non è semplice, ma è indispensabile per vivere davvero il viaggio.
Ricordo bene perché ho ringraziato quei primi viaggiatori: ero stanca dei turisti, nel 2015 cercavo compagnia per condividere esperienze autentiche, e li ho trovati. Così è nato un gruppo incredibile di veri viaggiatori, persone capaci di sorprendere – e nel sorprendere sé stessi, hanno sorpreso anche me. Ho dato molto, ma ho ricevuto ancora di più, costruendo relazioni profonde. Alcuni sono con me da anni: uno di loro ha partecipato a ben diciotto viaggi in dieci anni.
Sono nate tante storie, ricordi vivi che ci accompagneranno nel tempo. Una viaggiatrice mi ha confidato che la differenza sta nell’attenzione alla persona: ci si conosce davvero, la relazione che si crea dà valore ai viaggi di gruppo rispetto a quelli individuali. E poi il problem solving: con me non sono mai esistiti problemi, solo soluzioni. Questo genera fiducia e affetto.
Guardando avanti, i viaggi devono essere flessibili e su misura per aprirsi anche alle nuove generazioni. Oggi sperimentiamo esperienze smart per gruppi omogenei, esplorando mete come Patagonia, Olanda, Lofoten, Giappone, Ispona e anche Roma. Ogni nuova avventura è pensata per condividere questo spirito, sempre pronto a cogliere l’inaspettato e costruire nuovi ricordi insieme.
E tutto è iniziato davvero da zero. In paese, senza ufficio, senza pubblicità: bastò la barista del bar della domenica a raccogliere le prime iscrizioni, e in sessanta sono partiti con me. Da lì l’improvvisazione: “Ditemi voi dove andiamo dopo”, chiesi, e insieme scegliemmo il trenino di Berlino. Così è cominciata l’avventura, crescendo tra grandi viaggi, lingue, esperienze on the road e soprattutto persone autentiche. Questa è l’essenza del viaggio che sognavo e che continuo a por tare avanti ogni giorno.
Festeggeremo questi primi dieci anni di Avventure in Viaggio ritornando a Stoccarda e Esslingen come dieci anni fa. Inoltre abbiamo pianificato il primo viaggio in America del Sud fino alla fine del mondo chiamato “Patagonia – Overland”
www.avventurebilingui.com
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