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venerdì 29 marzo 2024 | ore 06:15

Il futuro dell'area Expo

Expo - Area Expo vista dall'alto

Si è concluso meno di un mese fa, ma il suo ricordo, quasi da ‘sogno’, sembra già così lontano... eppure così affascinante. Lo scorso weekend eravamo presenti in Fiera di San Martino ad Inveruno e, tra i molti filmati da noi realizzati che mostravamo, l’Albero della Vita incantava proprio tutti. Ma 21 giorni dopo la chiusura del sito espositivo di Rho-Fiera Milano è ormai tempo di guardare avanti, mentre i cantieri sono partiti con lo smantellamento dei padiglioni. E già in molti ipotizzano un futuro vicino, almeno per l’Albero della Vita, chi immagina un grande spettacolo per il Capodanno, più probabile una riapertura l’1 maggio 2016 (ad un anno da Expo) e magari l’utilizzo dell’area pochi giorni dopo, il 7 maggio, per la grande Messa con Papa Francesco a Milano. Ma l’eredità materiale ed immateriale di Expo deve richiedere qualcosa di più e, l’idea ‘forte’, ha voluto presentarla subito il premier Matteo Renzi. “Expo ci ha restituito l’orgoglio di realizzare un’impresa ed è diventato il simbolo di chi non si rassegna. L’Expo non l’ha vinto Milano, ma i milioni di visitatori e gli italiani. Ma se lo hanno vinto gli italiani l’hanno salvato i milanesi”, con la loro reazione alle devastazioni del primo maggio. Il grande progetto per il futuro dell’area si chiama ‘Human Technopole. Italy 2040’: “Noi pensiamo - ha proseguito Renzi - che l’area dell’Expo deve essere un’area con un forte valore scientifico e culturale. Un’area in cui ospitare tanti luoghi che diano la scintilla della ripartenza”. Nel progetto del governo, insomma, l’area di Rho-Pero dovrà diventare una sorta di Silicon Valley italiana. “Lo Stato è pronto - ha ribadito Renzi - a mettere, da subito, 150 milioni all’anno per i prossimi dieci anni. Il governo è pronto a fare un progetto che sia ‘the best’”. L’idea è ben delineata, con “un grande centro a livello mondiale che affronti insieme il tema della genomica, dei big data, della nutrizione, del cibo e della sostenibilità”. Renzi ha anche quantificato in 1.600 il numero di ricercatori che potrebbero essere coinvolti nel progetto. Il premier parla di “un centro che metta insieme discipline diverse, dall’alimentazione alla robotica allo studio dei genomi del cancro, dove al centro ci sia l’uomo”. Il simbolo di “un nuovo Umanesimo” ha detto Renzi, spiegando che fino ad ora si sono creati solo centri su singole discipline e non interdisciplinari. “Non immagino - ha aggiunto - questa come un’area dove trasferire pur prestigiosi immobili”. Renzi ha anche precisato che il progetto è “totalmente sinergico” con quello dell’Università degli Studi di Milano che intende portare lì le proprie facoltà scientifiche e costruire un campus, e con quello del mondo privato. Secondo il premier il centro di ricerca sarà dunque solo una delle ‘scintille’ che renderanno quell’area attrattiva per gli investimenti privati. Accanto, serve anche lo sviluppo della parte ‘ludico-culturale’ per far ‘vivere’ questo patrimonio di valori e slancio che è stato Expo 2015 per tutti noi.

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