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giovedì 28 marzo 2024 | ore 10:07

"Dal narcisismo all'impegno"

Milano - Angelo Scola nuovo Arcivescovo di Milano

“La vostra comunità è un’espressione di apertura e di universalità straordinaria”. Lo dice il cardinale Scola ai fedeli della parrocchia di Sant’Eustorgio, in pieno centro a Milano. In quella parte della città che è la più antica, sorgendo sulla Milano di epoca romana, di cui la chiesa porta più di una vestigia. E la presenza dell’Arcivescovo, che qui dopo la Celebrazione incontra i sacerdoti del decanato Centro Storico, ha più di un motivo per essere un poco “speciale”, come nota lo stesso Cardinale. Non vi era, infatti, forse luogo più significativo “per celebrare l’Eucaristia vigilare dell’Epifania, cioè la manifestazione del Figlio di Dio fatto uomo a tutti i popoli e a tutte le nazioni, che la basilica dove sono custodite le reliquie dei Magi. Tanto che già nella facciata si può leggere una lapide che ne ricorda il titolo del tempio “dei Re Magi”. E, poi, ci sono quell’arca in pietra, risalente al 1347, con la famosa iscrizione “Sepulcrum Trium Magiorum”, presso cui sono conservate, appunto le reliquie, che proprio nel giorno dell’Epifania di cento anni fa, per volere del cardinale Andrea Carlo Ferrari, tornavano in sant’Eustorgio.
Le stesse reliquie che, straordinariamente, nella loro artistica urna, guidano la processione d’ingresso dei celebranti. Tra cui monsignor Pigi Perini, qui parroco per 38 anni e l’attuale parroco don Giorgio Riva che, nel suo saluto, si rivolge direttamente all’Arcivescovo: “La sua presenza è un segno prezioso di comunione e di fedeltà e ci conferma nel nostro cammino caratterizzato dall’impegno di evangelizzazione. Impegno particolarmente prezioso nel centro della città e che, ci pare, sia in sintonia con le vie da percorrere incontro all’umano che Lei ci indica”.
“Sono grato di essere in questo gloriosa basilica, scrigno di storia e arte e tra la vostra comunità bella e particolare, a compiere il gesto più elevato un uomo appartenente a qualsiasi cultura possa compiere: l’Eucaristia, attraverso la quale noi siamo incorporati a Lui”.
Il pensiero del Cardinale va anche al suo ingresso come Arcivescovo di Milano, il 25 settembre 2011: “Come posso dimenticare che da qui, con il gesto dell’offerta della capsella, ho preso possesso simbolico della Chiesa ambrosiana?”, si chiede.
E cita, allora, il cardinale Montini che in visita presso questa stessa comunità disse “Tutto c’è qui”.
“Credo che ogni cristiano debba interrogarsi sulla testimonianza, come faremo, tutti insieme, l’8 maggio, per le vie della città, con la nostra professione della fede, che significa proprio una testimonianza ad un tempo personale e comunitaria”.
Il riferimento è alla grande esperienza delle Cellule di evangelizzazione, che in Sant’Eustorgio, hanno uno spazio privilegiato, attraverso monsignor Perini che del Movimento delle Cellule è responsabile a livello internazionale. “La grande esperienza delle Cellule vive di questa testimonianza. Vi auguro di continuare in questo cammino rigenerando la vita delle comunità cristiane e, con le debite differenze, anche la vita culturale, sociale e politica della nostra città con particolare riferimento a chi è nella prova”.
Il Cardinale approfondisce il senso della pagine del Vangelo di Giovanni appena ascoltato: “Assistiamo a tanti momenti di forte dialettica tra il Signore, gli scribi e i farisei, proprio perché ogni uomo e ogni donna, anche chi si dichiara contrario alla fede cristiana, possano, in ogni tempo, riconoscere la bellezza di Gesù”.
Un’esigenza valida ancora oggi: “Siamo troppo concentrati sul nostro fare, siamo figli di questo tempo post moderno che ha radicalizzato l’individualismo, l’ha reso narcisismo” ma – ha proseguito il Cardinale – “tocca a noi rinnovare il tessuto sociale della nostra Città con particolare riferimento a chi è nella prova e nel bisogno. Ci manca la coscienza che è lo Spirito all’origine di ogni nostra azione, e che solo se Lui ci accompagna possiamo portarla a compimento. Dobbiamo vedere nella vita della Chiesa, nei suoi fondamentali, nella forma di esperienze, attraverso le quali abbiamo incontrato la Chiesa il segno vivo di Gesù. Se lo vediamo, lo testimoniamo”.
Dunque, l’annuncio cristiano è evangelizzare, documentare ai nostri fratelli, l’amore che viene dall’epifania della bontà di Dio. Quell’Epifania che trova appunto in questa parrocchia un’espressione di apertura e di universalità straordinaria.
Infine, poco prima dell’affettuoso stringersi attorno al Pastore dell’intera comunità, l’augurio del Cardinale che è un appello all’unità: Attraverso l’esperienza ecclesiale di nuova evangelizzazione, si arrivi a camminare secondo la strada intrapresa, realizzando quel principio della comunione che il Sinodo ha chiamato “pluriformità nell’unità”.
Insieme, “nell’unica Chiesa, continuiamo come i Re Magi il nostro viaggio”.
Al termine della Messa il cardinale Scola ha incontrato per una serata di ascolto e dialogo i preti del decanato Centro Storico, condividendo poi la cena.

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