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venerdì 05 dicembre 2025 | ore 07:28

Don Carlo: "La mia Colombia..."

La lettera di don Carlo Zardin: "Più che una relativa povertà ai giovani di quelle zone mancano prospettive sul futuro per cui tanti diventano sicari assoldati dalla criminalità".
Sociale - Don Carlo Zardin

Canegrate è la sua città natale, la Colombia la sua terra di missione. Don Carlo Zardin, però, nel ritornare al suo apostolato d'amore nella realtà missionaria di Bogotà, ha dimostrato una volta di più di portare la comunità da cui è germogliato sempre saldamente nel cuore. Lo prova la toccante lettera da lui inviata alla parrocchia di santa Maria assunta. "A giugno - spiega - con un gruppetto di una quindicina di ragazzi abbiamo deciso di rischiare una proposta più radicale del classico campeggio organizzato in una casa di campagna, siamo arrivati a questa decisione perché abbiamo visto come il formato che di solito proponevamo non lasciasse una grande traccia nella vita dei ragazzi, si vivevano delle belle giornate, però erano una parentesi nella vita di tutti i giorni". Il cuore della sua lettera è però nel condividere con la comunità canegratese da cui riceve sempre generosi contributi solidali la situazione di povertà che caratterizza la realtà colombiana. "Più che una relativa povertà - prosegue - ai giovani di quelle zone mancano prospettive sul futuro per cui tanti diventano sicari assoldati dalla criminalità. La sera stessa in cui siamo arrivati, un ragazzo era stato ucciso in un regolamento di conti". Ma la risposta della comunità colombiana è stata ed è, precisa, all'insegna del coraggio e della volontà di non rassegnarsi a questo stato di cose. "Ispirati da una tradizione latinoamericana- spiega - abbiamo proposto una settimana di missione come una grande caritativa, in un villaggio sperduto in una regione un po' emarginata a undici ore da Bogotà". Il sacerdote missionario canegratese conclude esprimendo il suo entusiasmo per poter contribuire a questa missione nella quale legge non soltanto segni di sofferenza, ma anche di voglia di cercare di reinventarsi un futuro all'insegna della pace e della concordia sociale.

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