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mercoledì 18 giugno 2025 | ore 20:01

Mondiali 1950: “La partita delle loro vite”

Figli di immigrati dei nostri paesi, nella nazionale USA, sconfiggono la storica Inghilterra. In quella sfida leggendaria figli di gente nativa di Cuggiono, Malvaglio, Inveruno,...
Sociale - Mondiali 1950

C’è una pagina leggendaria dello sport mondiale che, incredibilmente, affonda le sue radici proprio nel nostro territorio. È il 29 giugno 1950 e, in un polveroso stadio di Belo Horizonte, in Brasile, gli Stati Uniti scrivono una delle più grandi imprese nella storia del calcio battendo 1-0 la fortissima Inghilterra ai Mondiali. Una storia di sport, certo. Ma anche una storia di Cuggiono, di Malvaglio, di Inveruno. A compiere l’impresa furono ragazzi semplici, figli di emigranti italiani che dalla “Hill” di St. Louis – il quartiere operaio e cattolico dove si parlava ancora il dialetto lombardo – si erano fatti largo nella dura società americana del dopoguerra. Tra loro, tre nomi legano direttamente quella storica partita al nostro territorio: Gino Pariani, Frank Borghi e Charlie Colombo, figli o nipoti di famiglie originarie del Mandamento di Cuggiono. Erano uomini qualunque: Pariani lavorava in una fabbrica di contenitori metallici, Borghi guidava carri funebri per lo zio, Colombo faceva il macellaio. Eppure furono capaci di fermare l’Inghilterra, l’inventrice del calcio, in un match passato alla storia come “The game of their lives”. Il cuore pulsante di questa storia è la Hill, quartiere simbolo dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti. Qui il calcio, sport importato dagli europei, si coltivava con passione tra i campetti polverosi e le attività della parrocchia di Sant’Ambrogio, vero fulcro della comunità. Un altro riferimento milanese, un altro ponte ideale tra la pianura lombarda e il Midwest americano. A rendere viva quella comunità erano figure come Louis Gualdoni e Charles Berra, protagonisti anche della vita sociale e politica locale, mentre associazioni come la YMCA, guidata da Joe Causino, offrivano opportunità sportive ai giovani, affiancando calcio e baseball – quest’ultimo portando al successo leggende come Joe Garagiola, di origini inverunesi, e Yogi Berra, con sangue di Malvaglio nelle vene. Quella partita del 1950 fu molto più di una vittoria sportiva. Fu il simbolo del riscatto degli ultimi, di chi veniva guardato con sospetto perché parlava un'altra lingua, ma che seppe conquistare il rispetto del mondo. Il portiere Borghi venne portato in trionfo dai tifosi brasiliani, Colombo fu l’eroe in difesa, Pariani sfiorò persino il raddoppio. Era la favola dei nostri paesi, sbarcata in America e diventata leggenda. Oggi, a settantacinque anni di distanza, questa storia viene ricordata anche grazie a film come The Game of Their Lives, ambientato proprio sulla Hill e girato con la partecipazione degli abitanti. Un tributo a quella piccola comunità italiana che, restando unita e fedele alle proprie radici, scrisse la storia. Un ricordo che a Cuggiono, Inveruno e Malvaglio ci riguarda da vicino. Perché anche se il campo era in Brasile e la maglia era americana, quella partita parlava anche il nostro dialetto. L’Ecoistituto Valle del Ticino, per ricordare questa storia e tramandarla ai giovani, sabato 14 giugno inaugurerà un murales a Cuggiono tra via San Rocco e via Manzoni.

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