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venerdì 19 aprile 2024 | ore 20:39

"Un fallimento dopo l'altro"

Realtà politiche, studenti, commercianti e cittadini: protesta sotto il palazzo della Regione contro la giunta Fontana. "Ora basta, dimissioni. I vostri fallimenti non si contano più".
Milano - Un momento della protesta al palazzo della Regione (Foto Eliuz Photography)

Una voce e un coro unanime e, poi, quegli striscioni e cartelli legati o tenuti in mano. Tanti messaggi differenti, alla fine, ma un unico concetto chiaro e preciso a riassumerli tutti... "Dimissioni". L'appuntamento, allora, è stato sotto il palazzo della Regione a Milano: c'erano diverese realtà politiche del capoluogo e più in generale del territorio intero, quindi studenti, commercianti e semplici e normali cittadini; gli uni affianco agli altri, di nuovo, come era già accaduto in altri momenti in passato e durante l'anno che si è appena concluso, fin da quando è scoppiata l'emergenza Covid-19; sono tornati, insomma, lì, proprio davanti alla sede dell'attuale governo lombardo, per ribadire e sottolineare ancora una volta che così non si può andare avanti. "Il presidente Attilio Fontana e la 'sua' giunta - hanno dichiarato - stanno continuando a dimostrare di non essere in grado di gestire la pandemia e quanto, purtroppo, ne consegue. Errori su errori che, oggi, a pagare sono, purtroppo, la popolazione e le attività commerciali e produttive". Un fallimento totale è la parola che pongono all'attenzione. "Hanno fallito sui vaccini antinfluenzali e su quelli anti-Covid, quindi sul tracciamento e, ora, hanno pure sbagliato a fare i calcoli, costringendo la regione alla 'zona rossa' - hanno proseguito - Numeri e dati errati inviati all'istituto superiore di sanità, per poi accusare il Governo centrale di essere stato lui a commettere lo sbaglio. Senza dimenticare, ovviamente, il tema scuole; bravi a ripetere che per loro erano e sono fondamentali i nostri studenti, peccato però che dopo un anno è stato fatto poco o nulla per permettere ai ragazzi di svolgere la didattica in presenza (niente per il trasporto pubblico, niente per screening e controlli sugli stessi giovani e sul personale docente e scolastico, niente di niente!). Anzi, ci tengono talmente tanto come affermano che l'unica cosa che sono stati in grado di mettere in piedi, è stata un'ordinanza per chiuderli gli istituti. E' ora di dire "Basta". Devono andare a casa; i fallimenti, ormai, non si contano più". (Foto Eliuz Photography)

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