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giovedì 28 marzo 2024 | ore 20:40

La BCC promossa in Assemblea

I soci della Banca di Credito Cooperativo dell’Altomilanese e del Varesotto approvano il bilancio. «Nel Gruppo bancario cooperativo Iccrea rinnoviamo il nostro impegno nel sostegno a famiglie, associazioni e imprese», dice il presidente Scazzosi.
Busto Garolfo - Roberto Scazzosi, presidente BCC

Conti in regola e una concreta vicinanza al territorio. A pochi mesi dall’entrata ufficiale nel Gruppo bancario cooperativo Iccrea, l’assemblea dei soci della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate promuove a pieni voti la propria banca. Nell’assise annuale che si è svolta domenica 12 maggio al Teatro Sociale di Busto Arsizio, la Banca di Credito Cooperativo dell’Altomilanese e del Varesotto ha incassato il “sì” dai soci presenti; un’approvazione convinta, la prima dell’era del Gruppo bancario cooperativo Iccrea, che conferma una capillare vicinanza al territorio.
«Siamo entrati nel Gruppo bancario cooperativo Iccrea dalla porta principale, consapevoli del cammino che abbiamo fatto e della solidità del nostro istituto», ha commentato il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi. «Un passaggio necessario che però non ha portato a snaturare la nostra Bcc che continua ad essere banca del territorio e banca di comunità».
Il sostegno concreto alle imprese e alle famiglie è passato dagli impieghi, che nel 2018 sono aumentati di quasi il 3% rispetto all’anno precedente; ma anche dai 400mila euro che sono stati dati in forma di beneficenze, donazioni, sponsorizzazioni, patrocini e partecipazioni o compartecipazioni a iniziative. I destinatari? «Quasi 200 fra associazioni, onlus, scuole, ospedali, comuni, parrocchie, gruppi ed enti di vario tipo. Tutte realtà impegnate nel sociale, nella solidarietà, nello sport e nella cultura che grazie alla loro attività hanno permesso e permettono al nostro territorio di essere profondamente vitale e di crescere», ha ricordato il presidente. «La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate si è confermata un valore aggiunto per il proprio territorio e su questa strada vuole proseguire».
Testimonianze dirette di questa azione capillare sono state portate in assemblea da alcuni rappresentanti di associazioni o protagonisti di specifici progetti. Angelo Carabelli, presidente della Pro Loco di Gazzada, ha ricordato il sostegno ricevuto nell’organizzazione di Musica in Villa, la rassegna che ogni anno si svolge negli spazi di Villa Cagnola; Emilio Crespi, presidente dell’associazione sportiva dilettantistica La Rete impegnata in un progetto di integrazione sociale attraverso la promozione del gioco del calcio; Giulia Brugnoletto, l’ex tirocinante che ha potuto beneficiare di una borsa di studio presso il Tribunale di Varese per maturare i requisiti e affrontare il concorso in magistratura; Carlo Parolo, tesoriere dell’Avis di Legnano; Paolo Ponzelletti, presidente Centro Minibasket Altomilanese e Giusy Lamperti, referente della Cooperativa Il volo del Gabbiano onlus che a inizio anno ha dato vita ad un ristorante dove lavorano ragazzi con disabilità.
Sul futuro il presidente Scazzosi non ha dubbi. «C’è bisogno di comunità», ha detto. «Comunità da costruire e ricostruire, partendo dal basso, dai territori, dai legami “semplici”, dalle relazioni, superando il rischio di rintanarsi e isolarsi. C’è bisogno di banche di comunità: molti istituti di credito possono dire di essere “prossimi” in senso fisico o virtuale, ma sono relazioni “uno ad uno”. Le banche di comunità, invece, favoriscono relazioni multipolari, creano connessioni e le intrecciano a loro volta». In questa ottica, la logica del Credito Cooperativo è un elemento vincente, a patto che mantenga la propria identità: «Il modello originale di banca cooperativa mutualistica non può correre il rischio di omologarsi con altri modelli che le sono estranei. Occorre investire nello strutturare, nel consolidare, nell’interpretare con le categorie della modernità l’immenso patrimonio rappresentato dalle Bcc. Patrimonio “a triplo impatto”: non solo economico, ma anche sociale e culturale. E di democrazia partecipativa».

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