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lunedì 13 maggio 2024 | ore 10:31

Al lavoro per una loro lista

La Turbigo che Vogliamo e il Partito Democratico si preparano alle elezioni comunali. I due gruppi assieme con una lista civica. Una squadra che è un mix di uomini e donne.
Turbigo - Meazza e Aggravi

Le porte sono definitivamente chiuse. Si andrà, insomma, separati alle prossime elezioni amministrative: da una parte il gruppo civico La Turbigo che Vogliamo con il Partito Democratico, dall’altra Uniti per una Turbigo da Vivere. Ma una cosa (PD e appunto la Turbigo che Vogliamo) ci tengono che venga sottolineata e ribadita: “Non per colpa nostra! – dicono – Noi, infatti, le idee le abbiamo sempre avute chiare e UTDV lo sa bene, nonostante cerchi di far passare tra la popolazione un messaggio differente. Già prima della fine dello scorso anno, ad esempio, abbiamo presentato loro una proposta concreta di programma sulla quale confrontarsi e discutere assieme, ci siamo anche incontrati e abbiamo richiesto altri momenti per sederci ad un tavolo tutti quanti e ragionare sul presente e sul futuro, però dall’altra parte si è continuato a tergiversare facendoci perdere solo del tempo”. Diversi i punti al centro dell’attenzione e che alla fine sarebbero stati proprio le cause del cosiddetto “non se ne fa niente”. “Nomi e soltanto nomi – afferma Vasco Aggravi – Le preoccupazioni principali per Uniti per una Turbigo da Vivere erano queste. Accordi, insomma, unicamente a determinate condizioni, o meglio a patto che alcune nostre persone si fossero chiamate fuori (io e Simone Meazza, in primis). Ma non dimentichiamoci che la maggior parte delle petizioni o delle istanze presentate in questi anni in consiglio comunale sono partite proprio da me e da Meazza e loro le hanno cavalcate per cercare di acquisire i favori della cittadinanza. Da parte nostra, comunque, c’è sempre stata la disponibilità al dialogo e a provare davvero a fare qualcosa insieme. Solamente, così come loro ci avevano messo dei paletti, anche noi abbiamo portato delle richieste. Innanzitutto che venissero tolti i veti sui nomi, quindi visto che si stava parlando di costituire un nuovo gruppo allora serviva un nuovo simbolo che ci rappresentasse tutti e un nuovo nome alla lista; ancora, se non si fosse trovato un candidato che andasse bene ad entrambe le parti, eravamo pronti a fare le primarie. Fino al fatto che in caso di vittoria gli incarichi ai consiglieri avrebbero dovuto essere dati in base alle competenze”. Ma, alla fine, niente (o almeno sembra in questo preciso momento). “Basta, allora! – conclude Aggravi – Adesso proseguiremo il lavoro cominciato nei mesi scorsi per creare la lista (che sarà una civica; una squadra che avrà nelle competenze delle persone al suo interno le sue caratteristiche principali)”.

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