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Nei paesi della provincia di Milano, e in particolare a Inveruno, l’arrivo di novembre non porta solo nebbia e giornate più corte, ma anche un profumo intenso e familiare che si diffonde dalle cucine e dalle piazze: quello della cassoeula. Piatto povero per eccellenza della tradizione contadina lombarda, la cassoeula — con le sue costine, cotenne e verze — è diventata simbolo di convivialità, calore domestico e festa popolare.
Secondo la tradizione, la cassoeula si prepara proprio dopo la festa di San Martino, l’11 novembre, quando le prime gelate “addolciscono” la verza e la rendono perfetta per essere cucinata. Un tempo, questo periodo coincideva con la fine dei lavori agricoli e con la macellazione del maiale: un momento atteso nelle campagne, perché nulla andava sprecato. Così, le parti meno nobili della carne – piedini, cotenne, costine – trovavano nuova vita in un piatto che sapeva riscaldare corpo e spirito.
A Inveruno, dove la Festa di San Martino è tra le più antiche e sentite della zona, la cassoeula è una presenza immancabile nei menù delle trattorie, nelle cucine delle famiglie e persino negli stand della Fiera. C’è chi segue la ricetta “classica”, chi aggiunge un tocco personale – un po’ di vino rosso in più, un pomodoro per dare colore, o un tempo di cottura che sfiora le tre ore – ma per tutti resta un rito. Spesso, infatti, intere compagnie o associazioni si ritrovano a prepararla in grandi pentoloni, condividendo non solo il cibo ma anche il racconto di una tradizione che profuma di radici.
La cassoeula, in fondo, è più di un piatto: è un legame con la terra e con la comunità. A Inveruno come a Cuggiono, Arconate, Ossona o Magenta, celebra la cultura del “fare insieme” e la saggezza popolare che sa trasformare la semplicità in gusto. Ed è forse per questo che, anche nell’epoca dei ristoranti gourmet e delle cucine fusion, ogni novembre la cassoeula torna protagonista. Perché basta il suo aroma, che invade le vie dei paesi e le fiere di San Martino, per ricordarci chi siamo e da dove veniamo.
Come dice un vecchio proverbio milanese: “Quand gh’è la cassoeula, gh’è compagnia.”
E, ancora oggi, è proprio così.
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