Cori, striscioni e le tante partite viste. Perchè in ogni gara, in casa o in trasferta, loro sono là sugli spalti. Gli uni affianco agli altri, a far sentire le loro voci. Sono gli ultras... “Un gruppo di persone, adulti e giovani, uomini e donne, se mi permettete quasi una seconda famiglia - racconta Maurizio Ciniello, della Curva Nord del Novara - È questo che cerchiamo di trasmettere, certo a volte lo facciamo in modo anche deciso (non ci tiriamo indietro insomma), ma sempre animati dall’attaccamento ai colori della nostra squadra e della nostra città”. Sempre insieme allo stadio. Sempre insieme nelle diverse parti d’Italia, dove si spostano per sostenere il mister e i giocatori. “Per quanto riguarda le trasferte, ad esempio, l’organizzazione parte alcuni giorni prima della partita - spiega - Innanzitutto serve sapere il numero di quanti verranno, quindi ci si confronta per decidere se muoverci in pullman, con i furgoni o in auto e, infine, ci si ritrova lo stesso giorno della sfida oppure la giornata prima se si va lontani, pronti alla partenza. Una cosa è sicura: ci si muove sempre in gruppo, da una parte perché non si sa mai cosa si possa trovare, dall’altra per creare un’unione ancora più forte, in modo particolare con i più giovani, ai quali vogliamo far capire cosa significa andare in trasferta, educandoli al rispetto e all’umiltà verso chiunque”. E poi... “Una volta entrati allo stadio si inizia a tifare, anche con alcuni sfottò nei confronti degli avversari - conclude - Questi, alla fine, siamo noi. Tanto si è detto e tanto si continua a dire sul mondo ultras, ma senza il più delle volte guardare davvero a quelli che sono i veri problemi che portano spesso a situazioni difficili e critiche. Uno su tutti: bisognerebbe cominciare con il togliere la politica dalla curve. Contemporaneamente, servirebbe eliminare la droga che in molte realtà purtroppo è presente e crea grossi danni a tutto il mondo ultras”.

CORI, STRISCIONI E LE TANTE PARTITE: IL MONDO ULTRAS

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