Milano / Malpensa

Milano / Malpensa
Nel racconto di chi vive quotidianamente l’assistenza domiciliare nella zona dell’ASST Ovest Milanese, emerge una realtà ben diversa da quella spesso descritta nei documenti ufficiali. Sulla carta, l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) dovrebbe garantire cure a domicilio per i pazienti fragili, coprendo ogni aspetto del loro bisogno di salute. Nella pratica, però, il quadro è molto più complesso e, per molti, non abbasstanza soddisfacente. A parlare è la voce di una caregiver, moglie di un paziente cronico e fragile, che vive da anni il peso di una gestione domestica quasi interamente sulle sue spalle. Secondo quanto racconta, il massimo previsto dal servizio pubblico per suo marito è di due accessi settimanali. Due soltanto. A scelta: fisioterapia o igiene personale. “Dato che ha una rigidità agli arti inferiori, per lui è essenziale la fisioterapia, quindi l’igiene resta completamente a carico mio”, spiega. Come molte altre famiglie, sono costretti a rivolgersi a professionisti privati per integrare ciò che il sistema non riesce a garantire. E gli specialisti? Quelli che, in teoria, dovrebbero intervenire “all’occorrenza” a domicilio? Assenti. “Ogni volta che abbiamo bisogno di una visita dobbiamo cercare noi qualcuno disposto a venire a casa, naturalmente a pagamento. E non sono molti i medici disponibili a farlo.” Il racconto prosegue con la frustrazione per la mancanza di supporto dopo un recente ricovero, l’assenza di aggiornamenti o potenziamenti del servizio, e i costi delle ambulanze, spesso a carico della famiglia, per esami o rientri a casa dopo le degenze. Il punto più doloroso, però, riguarda proprio chi si prende cura: i caregiver. “Abbandonati a loro stessi”, dice. Con turni che durano 24 ore su 24, senza ferie né tregua, e spesso senza alcun tipo di riconoscimento né supporto psicologico, economico o pratico. La sua conclusione è chiara e amara: “Oggi un paziente fragile può essere curato a casa solo se ha un caregiver che si sacrifica e se ci sono soldi per pagare il resto.” Un grido silenzioso che interroga il sistema: è davvero questa l’assistenza che vogliamo offrire alle nostre famiglie più fragili?
Siamo al lavoro per offrire a tutti un’informazione precisa e puntuale attraverso il nostro giornale Logos, da sempre gratuito.
La gratuità del servizio è possibile grazie agli investitori pubblicitari che si affidano alla nostra testata.
Se vuoi comunque lasciare un tuo prezioso contributo scrivi ad amministrazione@comunicarefuturo.com
Grazie!
Invia nuovo commento