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lunedì 29 aprile 2024 | ore 12:51

Giovani in cammino verso Lisbona

Giovani, in cammino, in fretta. Pronti a scoprire e riscoprire noi stessi e la nostra fede, secondo il consiglio dell'arcivescovo Delpini. Con queste premesse ci siamo messi in strada verso Lisbona.
Territorio / Attualità - Giovani verso la GMG

Giovani, in cammino, in fretta. Pronti a scoprire e riscoprire noi stessi e la nostra fede, secondo il consiglio dell'arcivescovo Delpini. Con queste premesse ci siamo messi in strada verso Lisbona. Oltre 70 ragazzi provenienti da tutta la Diocesi, in cammino per un percorso che ci farà 'incrociare' tante storie, testimonianze e vite. Per questo il nostro viaggio si chiama 'Crossroads', ovvero 'incroci': prima di Lisbona infatti faremo sosta a Marsiglia, Barcellona e Madrid (più altre tappe intermedie), dove entreremo in contatto con molte persone e con la loro vocazione, manifestata efficacemente nella loro vita quotidiana.

Il nostro viaggio è partito dal Centro PIME di Milano, dopo esserci affidati a Maria, icona della GMG 2023. Prima tappa Ventimiglia, dove abbiamo sentito la testimonianza toccante degli operatori della Caritas Intemelia, che vivono ogni giorno tutte le difficoltà di un territorio 'di frontiera'.

"Viviamo delle situazioni drammatiche, ed è difficilissimo fronteggiare il fatto che noi possiamo fare solo una piccolissima parte per aiutare chi migra, senza poter fare di più. Vorremmo tutti dare di più, ma siamo umani dopotutto. Come affronto il fatto che dopo di noi le persone più fragili possono subire violente o anche morire vittime di trafficanti di uomini o peggio? Prego, prego molto" ha spiegato Cristian Papini, direttore della Caritas, che insieme a Marina ci ha lasciato la sua testimonianza. "Siamo attivi sul territorio dal 1991, un territorio di frontiera: da sempre siamo stati vicini ai migranti, ma la situazione è cambiata molto quando nel 2015 la Francia sospese i trattati di Schengen. Da lì abbiamo attivato moltissimi servizi di prossimità per i migranti, che sono aumentati moltissimo. Il nostro più grande traguardo è stato aver aperto il campo di accoglienza 'Roia', per dare un luogo dignitosamente accogliente a chi passava da Ventimiglia. Di passaggio infatti sono la stragrande maggioranza dei migranti che incontriamo: molti vogliono raggiungere altri paesi europei, principalmente Francia, Germania e Regno Unito. Attualmente siamo in grado di offrire un servizio unico di assistenza alimentare, sanitaria e giuridica grazie alla collaborazione con altre realtà del territorio".

Una prossimità che è stata ispirata e sostenuta anche dal vescovo Antonio Suetta, dal 2014 alla guida della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, che abbiamo incontrato nella chiesa di Sant'Agostino . "Come operatori di prossimità dobbiamo certo aiutare le situazioni di prima emergenza, ma dobbiamo anche essere in grado di vedere in prospettiva. Sono un albenganese, e ricordo quando negli anni 80 la piana attirava tanta manodopera straniera. All'epoca il fatto era problematico sia per la popolazione locale che per quella immigrata: ora invece gli immigrati di seconda o terza generazione si sono perfettamente integrati. Credo che sia un modello virtuoso e che debba servire da monito per la nostra azione sul territorio".

La splendida testimonianza ha interpellato profondamente molti di noi, e ci ha fatto toccare con mano una realtà che spesso possiamo ricevere solo col filtro della grande informazione. Congedato il vescovo ci siamo rimessi in viaggio verso Marsiglia, e una volta arrivati abbiamo preso alloggio presso le strutture della chiesa di Notre Dame du Mont dove abbiamo anche celebrato la prima messa del pellegrinaggio. “Forse abusiamo del termine ‘confort zone’, ma vorrei comunque usarlo in questa omelia. Siate in grado di lanciarvi all’avventura”, ci ha suggerito padre Alessadro durante l’omelia.

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