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venerdì 19 aprile 2024 | ore 02:31

'Inps indossa le scarpette rosse'

In vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che cade il 25 novembre, è stato siglato a Palazzo Isimbardi un Protocollo d’intesa tra la Direzione INPS di Coordinamento metropolitano di Milano, la Città Metropolitana di Milano, il Comune di Milano e Ats Città Metropolitana per la realizzazione del progetto voluto dalla DCM di Milano “Inps indossa le scarpette rosse - Milano al servizio delle donne vittime di violenza e della parità di genere”.
Milano / Sociale - 'Inps indossa le scarpette rosse'

In vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che cade il 25 novembre, è stato siglato a Palazzo Isimbardi un Protocollo d’intesa tra la Direzione INPS di Coordinamento metropolitano di Milano, la Città Metropolitana di Milano, il Comune di Milano e Ats Città Metropolitana per la realizzazione del progetto voluto dalla DCM di Milano “Inps indossa le scarpette rosse - Milano al servizio delle donne vittime di violenza e della parità di genere”, volto ad individuare nuove strategie per contrastare il fenomeno e a favorire la realizzazione di una parità di genere in linea con le direttive europee. Presenti alla firma Diana De Marchi, consigliera delegata al Lavoro e Politiche sociali della Città metropolitana di Milano, Michele Salomone, Direzione di Coordinamento metropolitano dell’Inps di Milano, l’assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano Lamberto Bertolé e Rossana Giove, Direttore Socio Sanitario ATS città metropolitana di Milano, oltre a referenti delle reti antiviolenza. Un momento simbolico, quello della firma avvenuta nella sala Giunta della sede istituzionale della Città metropolitana di Milano, ma anche un’occasione per ribadire l’impegno delle istituzioni nel sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne, che rappresenta una grave violazione dei diritti umani e che, purtroppo, ancora oggi è un fenomeno diffuso e spesso difficile da contrastare, anche perché poco denunciato dalle vittime stesse. Una violenza che si perpetua sempre più spesso tra le mura domestiche o nei luoghi di lavoro, sotto forme differenti: non maltrattamenti fisici o molestie sessuali, ma anche stalking, violenze emotive, psicologiche e finanziarie, che rendono le donne vulnerabili, emarginandole dal contesto sociale e, quindi, ancora più in difficoltà nel chiedere aiuto. Un problema serio che non tocca solo la sfera privata, ma anche quella sociale: la violenza sulle donne è, infatti, strettamente connessa alla parità di genere che prevede indipendenza economica sia per gli uomini sia per le donne. Da qui l’impegno delle istituzioni ad agire anche sulle politiche sociali e per le pari opportunità, colmando il divario retributivo, favorendo l’equilibrio di genere nel processo decisionale e la parità sessuale. Sono i numeri forniti dall’Unione Europea a testimoniare la persistenza di queste disparità: solo il 7,5% delle donne ricoprono ruoli di presidenti dei consigli di amministrazione o di amministratori delegati; le donne guadagnano in media il 16% in meno degli uomini; le pensioni delle donne sono in media del 30,1% inferiori a quelle degli uomini. I numeri sulla violenza rafforzano l’esigenza di una continua sensibilizzazione sul tema: il 33% delle donne ha subito violenze fisiche e/o sessuali; il 22% delle donne ha subito violenze dal partner; il 55% delle donne è stato sessualmente molestato. E proprio sulla spinta dell’Ue, che rafforza politiche ed azioni di sensibilizzazione e intervento, nasce il progetto INPS delle Scarpette rosse, che mira ad accompagnare le donne vittime di violenza in un percorso personalizzato e finalizzato all’acquisizione o alla riacquisizione della propria autonomia e indipendenza personale, sociale ed economica, sensibilizzando ad una cultura improntata alla parità di genere. Una proposta subito raccolta dalla Città metropolitana e dal Comune di Milano, oltre che da ATS, in un’ottica importante di rete, coinvolgendo anche i Centri antiviolenza, affinché si possa arrivare a quante più vittime possibili sia in termini di informazione e formazione, sia con un aiuto specifico e mirato sui bisogni delle vittime stesse. Il gap tra prestazioni erogate e il fenomeno della violenza nell’area milanese è uno degli ambiti di studio e di azioni strategiche su cui si concentrerà il lavoro di questo progetto, basato su attività interne ed esterne all’Inps stesso. Tra le azioni condivise previste: integrazione degli strumenti a supporto delle donne vittime di violenza e del loro nucleo familiare in situazione di grave difficoltà, promozione di strumenti di connessione e relazioni interistituzionali per la definizione di sinergie e iniziative comuni e condivise volte alla diffusione della cultura di prevenzione della violenza domestica, scambio di informazioni e di esperienze negli ambiti di comune interesse, fermo restando che lo scambio di flussi di dati dovrà essere oggetto di apposita convenzione, organizzazione di eventi e di iniziative pubbliche per la diffusione dei risultati raggiunti grazie alle iniziative congiunte, organizzare eventi di formazione ed informazione per le operatrici delle organizzazioni afferenti alle reti territoriali interistituzionali, sulle misure attuate da INPS in tema di previdenza ed assistenza, attivazione di consulenze specialistiche su casi concreti presi in carico dalle reti; a tal proposito le operatrici delle organizzazioni afferenti alle reti si rendono disponibili a fare attività di formazione per favorire, in quel contesto, il migliore approccio da parte dei funzionari dell’Istituto, nei confronti di persone particolarmente fragili e avvio di uno sportello (anche virtuale) di relazione con le donne vittime di violenza (accompagnate dalle operatrici che le affiancano nel percorso di empowerment) per supportarle nel disbrigo delle pratiche burocratiche necessarie per l’accesso alle misure INPS. Attraverso la rete dei centri antiviolenza sarà distribuito un questionario anonimo alle donne vittima di violenza; sarà attivata poi una collaborazione in termini di scambio informativo per individuare le singole esigenze e il percorso formativo/informativo a cui indirizzarle: i risultati saranno comunicati dai referenti dei centri antiviolenza della Città metropolitana all’indirizzo e-mail scarpetterosse [dot] dcmmilano [at] inps [dot] it, per la diffusione della cultura della parità di genere.
Sarà infine istituito un tavolo tecnico per definire azioni e strumenti operativi, con una verifica quadrimestrale degli obiettivi. Si punta anche ad organizzare momenti formativi nelle scuole. “La Città metropolitana di Milano è molto attiva sul fronte della sensibilizzazione sul tema della violenza sulle donne – afferma la vicesindaca Michela Palestra – Proprio in questi giorni promuoviamo una campagna informativa sui nostri canali multimediali e sosteniamo con convinzione le diverse attività sul territorio volte a combattere il fenomeno della violenza. Questa firma è un importante tassello di un impegno continuo e costante, per cui ringrazio tutti i firmatari”. “La Città metropolitana di Milano è orgogliosa di ospitare questo momento, che cade, non a caso, nella settimana della ricorrenza internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne – ha dichiarato Diana De Marchi, consigliera delegata al Lavoro e Politiche sociali – Un tema molto caro al nostro ente, storicamente molto attento a sensibilizzare sia il personale, sia l’utenza esterna sui temi della parità di genere, battendosi contro discriminazioni, molestie e violenze. Come istituzioni ci impegniamo a sensibilizzare ed educare, promuovendo, dove possibile, politiche attive di contrasto della violenza, attraverso progetti concreti. Nello specifico, come ente di area vasta, abbiamo il compito di coordinare gli enti territoriali, sia pubblici che del terzo settore, per agire in sinergia. Abbiamo il dovere di creare le condizioni e mettere a disposizione delle realtà in campo gli strumenti per svolgere al meglio il loro ruolo. Dobbiamo creare dei percorsi che facilitino l’uscita delle donne più fragili e vulnerabili da quella stesa condizione, fornendo occasioni occupazionali e soluzioni abitative che le rendano realmente autonome, e quindi libere, dalla condizione che le ha portate ad essere vittime. L’aiuto e il supporto sono importanti e le reti antiviolenza fanno un lavoro importantissimo: noi guardiamo oltre, al dopo. Ad un vero reinserimento sociale, che superi l’assistenzialismo e aggiri il rischio di una cronicizzazione della situazione di fragilità. Questo lavoro di costruzione di un’alternativa di autonomia deve avere uno sguardo d’insieme, a tutto il territorio dell’area metropolitana. Grazie ai nostri centri per l’impiego diffusi, ad esempio, e ad Afol possiamo dare un contributo fondamentale. Oggi, col supporto di Inps, la rete si amplia e rafforza”. Il dottor Michele Salomone, direttore INPS del Coordinamento metropolitano di Milano, presentando il progetto “INPS indossa le Scarpette Rosse- Milano al servizio delle donne vittime di violenza e della parità di genere”, ha fra l’altro dichiarato: “il progetto ha come primo scopo quello di individuare nuove strategie per contrastare il fenomeno della violenza di genere e supportare le donne che ne sono vittime attraverso un sostegno consulenziale per l’accesso alle prestazioni erogate dall’Istituto. Con la sottoscrizione di questo accordo – ha continuato - vogliamo perseguire tale obiettivo mediante una stretta collaborazione, già attivata sul territorio, con le principali istituzioni pubbliche e le realtà associative private senza scopo di lucro, molto diffuse sul territorio milanese e che già si occupano di questo problema. Osservando le reazioni dell’opinione pubblica e l’attenzione che i media dedicano a questa vera e propria piaga sociale, sta facendosi strada un nuovo trend, come purtroppo attestato dalla drammatica cronaca quotidiana; vi è il rischio di una sorta di assuefazione dell’opinione pubblica, una sorta di rimozione autoconservativa del problema. Per far fronte a questa tendenza, è fondamentale tenere vivo il dibattito sul tema della violenza contro le donne e affrontare con la dovuta competenza il problema, cercando di individuare le più efficaci misure di contrasto e di applicare le leggi già esistenti; in questo quadro, la DCM ha pensato di promuovere inedite, innovative, sinergie tra livelli formali e informali, tra Rete antiviolenza, realtà esterne alla Rete e Istituzioni, che hanno sviluppato le buone pratiche già attive nella città di Milano con modalità e competenze diverse, tenendo aperto un costante canale di confronto. Questo lavoro di rete con Comune di Milano, Città Metropolitana, ATS e rete antiviolenza oltre a rafforzare un’informazione circolare e a cercare insieme soluzioni e anche esperienze pilota, attingerà alle competenze e ai saperi – anche di dettaglio - depositati presso tutti i firmatari perché numeri e grafici sono indispensabili per capire andamenti e dinamiche di omicidi e femminicidi e avere una visione di insieme, ma dati e statistiche cancellano identità e differenze e se non custoditi, storie e i nomi degli individui si perdono”. “Sostenere queste donne – commenta l’assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano Lamberto Bertolé - non può significare solo aiutarle a uscire dalla condizione di violenza contingente che stanno vivendo, ma deve voler dire anche accompagnarle nella riacquisizione della loro indipendenza, attraverso percorsi di formazione scolastica e lavorativa, sostegno psicologico, legale e - per chi ne avesse bisogno - anche economico. La collaborazione con INPS diventa quindi fondamentale per fornire alle vittime un’opportunità di ripartenza e alle operatrici che tutti i giorni lavorano con loro uno strumento in più per impostare percorsi di successo. Per questo il Comune e la Rete civica antiviolenza hanno accolto con entusiasmo questa opportunità e voluto fortemente la firma di questo protocollo”. ATS Città Metropolitana Milano fa sapere che, nel suo mandato di tutela della salute delle cittadine e cittadini, “continuerà ad operare per favorire l’aiuto alle donne vittime di violenza in una prospettiva di integrazione socio-sanitaria. La funzione di governance esercitata permette di mettere in sinergia entro le reti antiviolenza anche i servizi sanitari, come ad esempio i pronto soccorso e socio-sanitari, come i consultori famigliari. L’empowerment delle donne nella fuoriuscita dalle spirali della violenza di genere permane come impegno imprescindibile e come sottoscritto negli accordi di programma della programmazione zonale 2021-23 si cercherà di affinare gli strumenti di valutazione d’impatto”.

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