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martedì 03 dicembre 2024 | ore 09:06

Commozione sulla passerella di Dior: adieu, Mister Galliano!

Dopo il licenziamento del designer inglese, sfila per l'ultima volta sulla passerella Dior una collezione firmata John Galliano
Moda - Mister Galliano (da internet)

Grande attesa per la giornata di ieri alla Settimana della Moda a Parigi. Non solo per i grandi nomi che l’hanno caratterizzata, portando le loro creazioni sulla passerella, ma soprattutto per uno in particolare, uno su tutti, che in questi giorni gli addetti dei lavori e gli appassionati del settore hanno aspettato febbrilmente, dopo lo scandalo che l’ha colpito: la maison Christian Dior, al centro della vicenda che ha visto il suo direttore creativo John Galliano essere arrestato e licenziato a causa dei suoi comportamenti razzisti e antisemiti tenuti in stato d’ebbrezza in un bar della capitale francese.

Ad aprire la giornata, ecco il giapponese Daj Fujiwara per Issey Miyake, con i suoi incantevoli abiti-origami. Un vero e proprio laboratorio live dove otto giovani ragazzi hanno costruito in poco tempo degli origami, che si sono trasformati in giacche, marsine, gonne per le modelle che hanno sfilato. Un omaggio alla cultura giapponese, prendendo le distanze dall’abito simbolo, il kimono, ma non tradendo affatto le radici profonde e misteriose che la contraddistinguono.

Poi, Dior. In religioso silenzio, il pubblico attende l’inizio del fashion show, pronosticando quello che avverrà. Sarà l’ultima collezione firmata dall’eclettico designer inglese e questo gli spettatori lo sanno. Ecco entrare il presidente della maison Sidney Toledano, che sente il dovere di spiegare i valori e la storia della maison e ciò che essa rappresenta per il mondo, senza mai menzionare lo spiacevole fatto e la decisione presa nei confronti di Galliano, che si è resa necessaria, considerando che la sorella del fondatore fu deportata nel lager di Buchenwald. Dopo comincia la sfilata: bellissima, ricca, lussuosa, con stivali cuissards e lunghi cappotti bordati di pelliccia, tessuti in tweed e pelle nelle tonalità del blu e del verde, che incantano il pubblico e fanno scendere una lacrima. Ora si vocifera come successore di Galliano, o Riccardo Tisci o Stefano Pilati. Il sipario è calato. The end.

A seguire, Lanvin propone una donna folletto e sbarazzina, pur mantenendo la sua serietà. Il direttore creativo Alber Elbaz la immagina vestita da soprabiti leggeri, abiti con larghe maniche e tubini strizzati in vita, ma sempre abbinati ad un cappello a tesa larga, per donarle un’allure misteriosa e sensuale. La palette colori è sobria e calibrata, variando dal grigio al nero al beige al marrone, senza mai annoiare.

Infine, ecco l’eccentrica stilista inglese Vivienne Westwood stupire con la sua a dir poco fantasiosa e fantastica collezione. La sua donna guerriera dalla faccia dipinta guadagna la passerella a passo deciso verso la libertà, indossando vestiti pratici e rivoluzionari al tempo stesso: pantaloni palloncino, abitini leggeri stretti da una cinta in vita, spezzati gonna, camicia e giacca, ma tutto in versione molto mascolina e punk. La moda cambia, l’anima anticonformista resta.

Una giornata piena di emozioni e suggestioni, insomma, purtroppo in qualche modo offuscata dalla spiacevole vicenda che ha toccato da vicino la maison Dior. Ma d’altronde si sa, la moda non è solo abbigliamento e in qualche modo è sempre investita di maggiori responsabilità. E’ lo specchio della società, riflette l’epoca in cui vive, ma ha il dovere di prendere le distanze dagli errori che l’umanità commette nella storia. Per dare messaggi forti e allontanare quell’aura di frivolezza e superficialità che tanto spesso le viene attribuito.

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