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venerdì 17 maggio 2024 | ore 05:05

"Il buono pasto va pagato!"

Anche a fronte di una situazione di disabilità le norme non si fermano. L'assurda storia di una bambina cuggionese e del buono pasto che non si può stornare.
Cuggiono - La giovane G mentre va a scuola

Una storia di norme puntigliose, fin tropo fiscali, che anche a fronte di una situazione di evidente difficoltà, non si fermano di fronte a nulla. Norme alle volte ingiuste, non tanto per il valore economico della situazione, ma per un assurdo cavillo burocratico.
Accade a Cuggiono e viene raccontato e condiviso sui social da Greta, mamma di una dolcissima bambina di prima elementare.
"Sono Greta, la mamma di G. , una bambina con grave disabilità in quanto ha seri problemi di salute - racconta nella sua testimonianza - Mia figlia ha una cardiopatia congenita invalidante e problemi respiratori dovuti ad una paralisi bilaterale delle corde vocali e una malformazione della laringe post operazione.
Spesso G., per motivi di salute, si assenta da scuola oppure viene rimandata a casa prima perché non si sente bene mentre è in classe.
Quando non puoò andare a scuola, avviso sempre il servizio mensa della sua assenza ma è successo più volte che, nel caso venga rimandata a casa dagli insegnanti (sempre per problemi legati alla sua salute) prima del pasto in mensa, questo le venga comunque addebitato.
L’ultima volta che è successo è stato il 10/12, al che, ormai stanca del ripetersi della cosa, ho scritto all’ufficio comunale del mio paese “servizi alla persona” di stornarmi il pasto della giornata del 10.
Loro mi hanno risposto che se non si da disdetta entro le 10.30 il pasto va pagato punto e basta, anche se sei disabile e magari ti ammali più degli altri!
G. è stata mandata a casa, come spesso succede, dopo tale orario e quindi non ho avuto la possibilità disdire il pasto.
Ho fatto presente che questo atteggiamento è discriminatorio nei confronti di mia figlia perché essendo disabile con problemi di salute si assenta molto più spesso degli altri, ma non mi hanno nemmeno presa in considerazione.
Ho contattato quindi il sindaco che logicamente ha dato ragione all’ufficio comunale, dicendo che queste sono le "regole"...
Ritengo che questa sia una gravissima ingiustizia e discriminazione nei confronti di mia figlia perché la disabilità non è certo una colpa!
La bambina spesso deve tornare a casa perché sta male, non perché non ha voglia di andare a scuola!
Perché devo pagare per un servizio di cui mia figlia, per motivi di salute, dovuti a grave disabilità certificata, non usufruisce?
Oltretutto noi non siamo benestanti e la mensa è già una spesa gravosa per noi (in molti comuni il servizio mensa per i bambini con disabilità è gratuito, ma non nel nostro), pagarla inutilmente è davvero inconcepibile.
Vorrei dar risalto a questa vicenda, non solo per mia figlia, ma per anche tutti gli altri bambini con disabilità del mio paese che si trovano in questa situazione poiché se la disabilità porta ad ammalarsi più degli altri, questa non deve essere una colpa!"

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