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giovedì 28 marzo 2024 | ore 12:56

Il 'Vietnam sovietico'

La guerra in Afghanistan segna l'inizio del declino dell'Unione Sovietica in Medio Oriente, ma più in generale per quanto concerne la politica estera dell'Urss.
Nostro Mondo - Le truppe sovietiche in Afghanistan (Foto internet)

Nel 1978 il partito comunista afghano, diviso al suo interno, ma determinato a controllare l’intero paese, conquista il potere a Kabul tramite un colpo di stato. Il nuovo governo deve immediatamente fronteggiare la reazione di gruppi armati, non disposti ad accettare una modernizzazione forzata e poco consona a un paese caratterizzato ancora da una forte impronta rurale. Le forze più conservatrici, molte delle quali formate da militanti islamici radicali e incoraggiate dalle vicende iraniane, iniziano operazioni di guerriglia contro il regime di Kabul, la cui dura repressione favorisce la crescita dell’opposizione. La classe dirigente sovietica, impotente nel frenare i contrasti all’interno del partito comunista afghano, decide di sostituirne il leader, Hafizullah Amin, con Barba Karmal, nell’illusoria convinzione che il conflitto sarebbe stato breve. La comunità internazionale, come scritto in precedenza, vede nell’intervento militare sovietico del 1979 un palese tentativo di Mosca di espandere la propria influenza nel Golfo Persico. I gruppi armati di opposizione sono perciò appoggiati finanziariamente dagli avversari di Mosca, che perde quindicimila uomini in Afghanistan. Inoltre, le popolazioni musulmane dell’Asia centrale si allontano dall’ideale sovietico a causa del conflitto. L’immagine dell’Urss, già in declino negli anni ’70 del ‘900, esce deteriorata dopo dieci anni di guerra. Il regime, ormai agonizzante, muoreproprio quando il riformismo di Gorbaciov tenta di lasciare spazio a un maggiore pluralismo- controllato- e moderando l’utilizzo della forza nei rapporti con i paesi satelliti. La Russia, a livello internazionale, ripiega su se stessa: pur cercando di svolgere una mediazione, non si oppone infatti all’intervento armato multinazionale contro Saddam Hussein, nelle fasi iniziali della prima Guerra del Golfo.

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