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venerdì 19 aprile 2024 | ore 16:26

Paura in volo: "Ho abbracciato mia moglie"

Una turbolenza sulla rotta ha fatto scattare lo stato d'emergenza a Malpensa. Sull'areo della Neos c'era Roberto Bettini, cuggionese e fotografo della Gazzetta dello Sport.
Cuggiono - Il fotografo Roberto Bettini (Foto Pubblifoto)

L’aereo che scende, poi risale, giù di nuovo e ancora su, i piatti ed i vassoi scaraventati da una parte all’altra e la gente che tenta di mantenersi in equilibrio. C’è chi stringe la mano del vicino, chi, invece, guarda davanti a sé, impietrito, e chi, ancora, nonostante la paura, si fa forza cercando di dare coraggio a quanti gli stanno accanto. Adesso che il peggio è passato, può guardare a quanto accaduto con più lucidità, fermandosi un attimo ad analizzare nello specifico la situazione. Ma, difficilmente, potrà dimenticare quei momenti. Roberto Bettini, cuggionese e storico fotografo di ciclismo de “La Gazzetta dello Sport”, lunedì scorso era sul volo della compagnia Neos che, a causa di una forte turbolenza durante la rotta, all’aeroporto di Malpensa ha fatto scattare lo stato di emergenza. Come gli altri passeggeri, anche Roberto rientrava da Cuba dopo essere stato là per qualche giorno di lavoro misto a vacanza. “Ci stavano servendo da mangiare – racconta – quando, all’improvviso, abbiamo cominciato a sobbalzare. I piatti ed i vassoi che volavano. La gente era spaventata, il personale di bordo cercava di rimanere in equilibrio, ma era praticamente impossibile”. Pochi minuti, il velivolo che continuava a muoversi, fino a che ha iniziato a scendere di quota. “Ho letto e sentito dopo che eravamo a 33 mila piedi e siamo “caduti” di circa 3 mila piedi – continua il cuggionese”. Che cosa ha fatto in quegli istanti? “Non riesci a pensare a nulla – dice – Mi sono guardato attorno, ho abbracciato mia moglie che mi sedeva di fianco e nella testa mi sono passate diverse immagini. Con gli occhi, poi, quasi d’istinto mi è venuto di guardare il monitor che indicava la rotta e lì ho letto “Bermuda”, inevitabilmente il pensiero è andato al triangolo delle Bermuda...”. Tutto, per fortuna, è andato bene: l’aereo si è, finalmente, assestato ed i passeggeri hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. “L’equipaggio ha saputo gestire in maniera ineccepibile le difficili circostanze – spiega Bettini – Non appena la situazione è tornata alla normalità, dalla cabina di pilotaggio, siamo stati, prima, rassicurati che l’aereo non aveva subito danni, quindi è stato chiesto se ci fosse un medico a bordo (ce ne erano due che si sono, subito, sincerati delle condizioni di salute dei passeggeri) e, infine, si stava valutando se fare scalo oppure proseguire fino a Malpensa. Alla fine le conseguenze non erano state gravi (principalmente contusioni ed escoriazioni agli arti, al torace o al capo), così siamo rientrati in Italia”. Qui è scattato lo stato di emergenza, con diverse ambulanze ed automediche che hanno raggiunto lo scalo della provincia di Varese, prestando le prime cure e trasferendo i feriti nei vari ospedali della zona per ulteriori accertamenti e controlli.

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