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venerdì 29 marzo 2024 | ore 07:00

I Navigli del futuro

Sostenibilità e turismo: Milano punta alla riapertura dei Navigli. Lavori in più fasi, ma un unico progetto. Dal Ticino all'Adda, una rete verde che possa andare oltre la città.
Attualità - I Navigli del futuro

Una città, che guarda al futuro, spesso riparte dal proprio passato. Milano, la città in espansione, attrattiva per capitali ed investimenti, che guarda al mondo trainando la Lombardia, cerca di riscoprire se stessa e una vita più sostenibile. Lo fa studiando il ripristino di un’antico progetto che l’ha caratterizzata nel passato. Il progetto per la riapertura dei Navigli milanesi è una sfida ambiziosa per una città più vivibile e sostenibile. “La valorizzazione turistica, insita nella realizzazione di un sistema continuo di canali e piste ciclabili dall’Adda al Ticino, la possibilità di poter navigare dal Lago Maggiore sino all’Adriatico, il recupero ambientale, paesaggistico e di identità storica sono aspetti caratterizzanti il progetto, che mescola passato e futuro dei Navigli Milanesi”, spiegano dall’Amministrazione comunale. Nello studio di fattibilità per la riapertura dei Navigli, avviato ad aprile 2014 e concluso a giugno 2015, il gruppo di lavoro interdisciplinare coordinato dal Politecnico di Milano, con la collaborazione di Metropolitana Milanese e il supporto dell’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio e di alcune Direzioni Centrali del Comune di Milano, ha analizzato gli interventi proposti per la riapertura della cerchia interna sotto i profili architettonici, viabilistici e del trasporto oltre che per gli aspetti geologici, idrogeologici e idraulici. Dal punto di vista economico, la valutazione stima i costi in 406 milioni di euro e prevede che i benefici collettivi siano di circa 800 milioni di euro, misurabili in miglioramento della qualità urbana, aumento della profittabilità delle attività commerciali e dell’attrattività turistica, nonché nell’incremento dei redditi per effetto dell’investimento. Ma veniamo al progetto vero e proprio. Ricostruire l’antica continuità idraulica della città è il primo obiettivo del progetto. Attraverso la posa di nuove tubazioni e il riutilizzo ove possibile di quelle esistenti, le acque del Naviglio Martesana torneranno connesse con la Darsena, la Vettabbia e il sistema di canali irrigui del Sud Milano. Il nuovo reticolo sotterraneo permetterà la diffusione delle pompe di calore che sostituiranno le caldaie inquinanti in città. La prima fase dei lavori prevede la riapertura di cinque tratti per un totale di 2 chilometri, un obiettivo di sviluppo della città fattibile e sostenibile dal punto di vista urbanistico, ambientale, culturale, economico e turistico. Tratto A Via Melchiorre Gioia. La riapertura del Naviglio migliorerà la vivibilità della zona, con la realizzazione di una passeggiata a livello dell’acqua, con nuove alberature e la presenza di attività commerciali e di servizio, che consenta di separare i percorsi ciclopedonali dal traffico. Tratto B Conca dell’Incoronata. Il Naviglio di San Marco si pone come cerniera tra il sistema di via Melchiorre Gioia e quello della Cerchia interna. La sua riapertura valorizzerà la Conca, con il ripristino delle storiche porte leonardesche. Tratto C Via Francesco Sforza. Il tratto del Naviglio evoca scenari essenziali per la città: la fabbrica del Duomo, realizzato con marmi che giunsero sino al Laghetto attraverso i Navigli, e l’affaccio sul Naviglio della Ca’ Granda, oggi Università Statale. Tratto D Piazza Vetra e via Molino delle Armi. In quest’area bombardata durante l’ultimo conflitto e che ha visto poi la formazione del Parco delle Basiliche, il Naviglio consente di ricucire i luoghi ancorandoli a una forte percezione storica. Tratto E Conca di Viarenna. Riaprire la Conca significa ripristinarne il funzionamento idraulico per aprire di nuovo all’acqua il passaggio sotto i bastioni, per completare la navigabilità sino alla Darsena. La riapertura completa del canale navigabile, che sarà possibile in una seconda fase dei lavori, avrà un’estensione totale di 7,7 chilometri, creando itinerari navigabili e ciclabili tra i fiumi Ticino e Adda, in una rete verde e turistica che va oltre la città e la regione.

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