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giovedì 28 marzo 2024 | ore 10:21

L'inquinamento atmosferico uccide ancora

Significativi i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Settemila morti l'anno in Val Padana. Numeri e cifre che devono far riflettere.
Inchieste - Morire di inquinamento (Foto internet)

Domeniche di blocco del traffico, Ecopass e altre iniziative organizzate un po’ ovunque hanno tentato di contenere l’impatto negativo degli scarichi nocivi nell’atmosfera. Ovviamente non è sufficiente, anche perché il quantitativo di inquinanti immessi nell’atmosfera non proviene solamente dai vari mezzi in circolazione, ma da tutta un’altra serie di fonti decisamente più incidenti, come gli impianti di riscaldamento obsoleti (purtroppo ancora molto diffusi in molte città del Nord Italia), quelli industriali e tutto un insieme di altri agenti ritenuti da alcuni esperti determinanti. La cosa preoccupante è che l'inquinamento atmosferico non ha cessato, nonostante i provvedimenti presi, di mietere vittime. Secondo, infatti, le ultime stime del Centro Europeo Ambiente e Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in Italia ogni cittadino perde in media 9 mesi di vita per l’esposizione alle polveri sottili. E sono circa 7 mila le morti premature che avvengono, nell'anno, per via, appunto, dello smog diffuso nelle regioni dell’Italia settentrionale. Certo è che, negli ultimi tempi, le rilevazioni hanno evidenziato un calo dei decessi di circa un migliaio di unità (8 mila nel 2006) e molte informazioni in più sono state accumulate nell’ambito della ricerca sulle malattie respiratorie provocate dall’inquinamento. L’OMS ha evidenziato che questo flagello (perché purtroppo tale deve essere considerato) non colpisce solo il nord: anche a Roma si è registrato nel 2010 un superamento della concentrazione media annuale di polveri sottili oltre i 30 mg per metro cubo, un valore ben al di sopra della soglia fissata dall’UE di 24,6 mg. Di fronte a tale scenario occorre, però, aumentare la ricerca e, in modo particolare, l’agevolazione di politiche sostenibili relative al trasporto su veicolo e al riscaldamento, che rappresentano, come abbiamo detto, le principali fonti di emissione di CO2 nell’aria. A questo riguardo i ricercatori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità suggeriscono qualche azione da intraprendere: favorire la ricerca di sviluppo sulle nuove tecnologie, aiutare i pendolari, incentivazioni fiscali, sostegno della mobilità pubblica e promozione di una cultura di rispetto dell’ambiente e della salute delle persone. La partita da giocare per abbattere queste morti ingiuste e silenziose è ancora lunga e faticosa.

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