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venerdì 19 aprile 2024 | ore 10:54

Spiderman dal Papa

L'Uomo Ragno che fa sorridere i piccoli pazienti ricoverati negli ospedali, ha incontrato il Santo Padre. Un supereroe dal cuore grande, che porta sostegno ai bimbi.
Storie / Sociale - Spiderman durante l'incontro con il Papa (Foto internet)

Ma è davvero lui? Già, proprio Spiderman in carne e ossa... da Papa Francesco. La stretta di mano, qualche minuto a colloquio, la consegna della maschera e, poi, via veloce, perché c'è una nuova missione da compiere. In fondo, quando qualcuno chiama e ha bisogno, eccolo, subito, pronto ad arrivare. E' così l'Uomo Ragno; è così, soprattutto, Mattia Villardita, il 28enne che si nasconde, appunto, dietro a quel custome. E, allora, dopo l'incontro con il Santo Padre, senza perdere un attimo di tempo, il supereroe stavolta si è trasferito nei reparti pediatrici del policlinico Agostino Gemelli di Roma, su iniziativa dell’Ispettorato di pubblica sicurezza Vaticano, con la banda musicale della Polizia di Stato. "Mi vesto da Spiderman per cercare di strappare un sorriso ai più piccoli che sono in ospedale - ha detto lo stesso Mattia - Lo faccio perché ho una malattia congenita, per 19 anni sono entrato e uscito dal Gaslini di Genova, e mi sarebbe piaciuto tantissimo, quando ero lì, solo, nel mio lettino, vedere l'Uomo Ragno entrare dalla finestra della mia stanza...”. In questo modo, insomma, si diventa supereroe, “Con il cuore”. “Non c’è un corso - continua - Nasce tutto dalla volontà di dare un sostegno a chi, purtroppo, sta affrontando momenti difficili. Nel mio caso specifico, poi, ho indossato per la prima volta la maschera 4 anni fa, a Natale: dovevo consegnare un computer al San Paolo di Imperia e mi sono inventato qualcosa che potesse far divertire i bambini che stavano vivendo quello che avevo vissuto anche io”. E da quel momento, il 28enne (che nel frattempo ha dato vita, assieme ad altri giovani, all’associazione Supereroincorsia) è diventato un punto di riferimento per tantissimi bimbi, ricoverati nelle varie strutture sanitarie. “Pure durante il lockdown, non ci siamo mai fermati. Ho fatto oltre 1400 videochiamate, non potendo andare di persona per le varie chiusure e limitazioni - conclude - Inoltre, organizziamo, in parallelo, anche feste a sorpresa o, più semplicemente, la consegna di una pizza”.

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