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lunedì 16 settembre 2024 | ore 22:09

Articoli di Studio Legale Guffanti

La Suprema Corte ha riconosciuto in Italia il doppio cognome al bimbo con due mamme recependo i dettami di una sentenza spagnola. Non si può discriminare il bambino se l’adulto ricorre ad una tecnica di procreazione vietata nel nostro Paese.
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Di recente la Suprema Corte ha riconosciuto in Italia il doppio cognome al bimbo con due mamme recependo i dettami di una sentenza spagnola.
Nel caso di specie la coppia di donne italiane si era sposata in Spagna e lì una delle due aveva scelto la procreazione medicalmente assistita per dare alla luce il figlio, nato in Italia.
La sentenza spagnola aveva riconosciuto la piena adozione all’altra signora, genitore intenzionale.  continua... »

Il reato di falso ideologico di privato in atto pubblico per il datore di lavoro che mente nella Certificazione unica del dipendente.
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Il legale rappresentante di una società di capitali è stato chiamato a rispondere del reato di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico previsto dall’art. 483 c.p. per aver attestato, falsamente, nella Certificazione unica, di aver corrisposto il trattamento di fine rapporto al dipendente, in realtà mai elargito.  continua... »

In presenza di una condizione di incertezza sul confine, è consentito il ricorso a ogni altro strumento di prova, incluse le risultanze catastali, poiché solo in tal caso nell'indagine diretta all'individuazione della linea di separazione fra fondi limitrofi, il giudice di merito può integrare la risultanza dei titoli di acquisto con le indicazioni fornite dalle mappe catastali.
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Con ordinanza n. 30605, sezione Seconda, del 03-11-2023 la Corte di Cassazione ha stabilito che il Giudice incaricato di accertare l’esistenza o meno di una servitù di passaggio può utilizzare le mappe catastali solo se è incerta la linea di confine tra due fondi.
Di norma, infatti, nelle azioni di regolamento devono invece essere valorizzate, in primo luogo, le risultanze dei titoli di acquisto.  continua... »

Vi è un divieto espresso di conferire “incarichi”, “cariche” e “collaborazioni” pubbliche a titolo oneroso alle persone collocate in quiescenza, rimanendo la possibilità di un conferimento a titolo gratuito.
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La Corte dei conti, nell’espletamento delle funzioni consultive assegnate alle proprie sezioni regionali di controllo in materia di contabilità pubblica, e quindi di spesa del personale, ha affrontato ancora una volta la questione relativa alla domanda se i soggetti collocati in quiescenza possano percepire una retribuzione a carico della finanza pubblica.  continua... »

Il lavoratore malato che vuole evitare la scadenza del periodo di comporto può chiedere le ferie per sospendere il decorso di tale periodo.
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La Corte di Cassazione, con propria ordinanza n. 26697 del 21.09.2023, ha affermato che il datore di lavoro non può negare tout court le ferie richieste dal lavoratore malato che vorrebbe evitare il superamento del periodo di comporto e conservare il posto di lavoro, in quanto tale diniego sarebbe  di per se illegittimo, a meno che non sussistano ragioni datoriali concrete ed effettive che giustificano tale scelta.  continua... »