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venerdì 19 aprile 2024 | ore 08:12

Asst Valle Olona: Arici direttore sanitario

Claudio Arici è il nuovo direttore sanitario dell’ASST Valle Olona. “Obiettivo numero uno: far ripartire i servizi - ha spiegato lo stesso".
Territorio - Claudio Arici

Si chiama Claudio Arici, ha 64 anni e origini bergamasche, è medico infettivologo, proviene dall’ASST Melegnano Martesana, dove ricopriva il ruolo di direttore sociosanitario. Da lunedì 10 maggio è il nuovo direttore sanitario dell’ASST Valle Olona. Subentra alla Dottoressa Paola Giuliani, ora in forza all’ASST Gaetano Pini – CTO. I primi giorni sono serviti per visitare i Presidi e incontrare i professionisti sanitari. Il dottor Arici ha spiegato le premesse del suo operare: “Le sfide si affrontano in team, senza la squadra non si va da nessuna parte. La pandemia ci ha insegnato la flessibilità: dobbiamo offrire le migliori risposte in uno scenario che può mutare di settimana in settimana, che non conosciamo e non possiamo prevedere. Dobbiamo ascoltare e supportare sempre i nostri professionisti sanitari: li sto incontrando in questi giorni in corsia, nei loro ambienti di lavoro, voglio conoscere da vicino gli spazi in cui operano. Ho percepito una grandissima voglia di ripartire. Molti slanci. Nessun direttore deve lasciare il professionista in una situazione di disagio, sarebbe assai grave, dobbiamo sempre essere al loro fianco, in ogni momento. Così come i cittadini che domandano salute: le persone hanno bisogno di entrare in un percorso di cura tutelato. Non devono andare a cercare l’ufficio qui o l’ambulatorio là. Dobbiamo farci carico della multidimensionalità dei loro bisogni”. Sono giorni esplorativi, per lui, di familiarizzazione. “Dobbiamo ridisegnare una nuova medicina. Oggi affrontiamo patologie multiple con un approccio multidisciplinare. Non esistono più monadi, spazi esclusivi, rigidità, presunzioni. So che il futuro ci proietterà verso l’Ospedale unico, e vi dico che è una progettualità che condivido. Il nuovo Ospedale potrà massimizzare le potenzialità di cura, massimizzando la flessibilità delle risposte. Perché questa pandemia ci insegna ogni giorno”.

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