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martedì 03 dicembre 2024 | ore 05:59

Il Presidente della Repubblica

"Avevo la convinzione che il Presidente della Repubblica era una specie di 'nonno' di tutti noi italiani, un uomo da rispettare e da ascoltare... scrissi a Pertini e..."
Rubrica 'Trucioli di Storia' - La lettera d

In questi giorni dove i fatti politici la fanno da padrone ogni tanto mi torna alla mente quando ero bambina... quando era così bello non capire nulla di politica e non sapere assolutamente nulla di partiti, di schieramenti, di elezioni. Non sapevo, né mi interessava sapere, chi tirava le sorti del Paese. Avevo la convinzione che il Presidente della Repubblica era una specie di “nonno” di tutti noi italiani, un uomo da rispettare e da ascoltare.
I grandi mi avevano sempre detto che il mio compleanno coincideva con quello del Presidente quindi dovevo ritenermi fortunata. Proprio perchè pensavo fosse una specie di “nonno” quell’anno, nel giorno del compleanno, mi sentii quasi obbligata a porgergli gli auguri, e per farlo gli scrissi una lettera. Ero convinta che mai avrebbe risposto: sicuramente un uomo così importante aveva ben altro da fare che rispondere alle lettere di auguri, così la scrissi e basta, senza aspettarmi altro.
Qualche settimana dopo, al mio ritorno da scuola, come sempre prima di salire le scale, mi fermai a ritirare la posta, aprii la cassetta pensando di trovarvi le solite bollette da consegnare a mamma e papà ma mi ritrovai tra le mani una busta bianca intestata a me. La guardai subito incuriosita: a chi veniva in mente di scrivere ad una bambina? Eppure il nome era il mio, quel francobollo di ben 650 lire riportava un timbro quasi invisibile con scritto Roma, il mittente era un certo Sandro Pertini.
Mi prese subito un tuffo al cuore, la aprii con emozione e vi trovai un biglietto che riportava “Con i più vivi ringraziamenti i miei saluti cordiali - Sandro Pertini “. Era il Presidente! E quella frase l’aveva scritta proprio lui in persona con la sua importante calligrafia.
Fù il regalo più bello di quel compleanno, che conservo tutt’ora incorniciato appeso alle pareti di casa. Mi sentii fiera di aver scritto quella lettera e quel ringraziamento avvalorava ancora di più l’idea di quel nonno protettivo che teneva così tanto ai propri connazionali tanto da doverli ringraziare per un semplice augurio, d’altrocanto la sua persona di uomo semplice si prestava molto.
Considerai sempre così quella figura anche quando negli anni a venire capii un po’ di più di politica, non sono mai riuscita a vederlo collegato a nessun schieramento politico o come figura istituzionale, per me è sempre stato il mio quinto nonno, il nonno d’Italia.
Lucia, Cuggiono

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