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domenica 28 aprile 2024 | ore 09:35

"Vecchio libro cartaceo..."

Libro cartaceo: estinzione o semplice disinteresse? Una panoramica sulla situazione attuale. Il valore di un libro. L'emozione di sfogliare le singole pagine.
Libri - Lettura (Foto internet)

Come può il libro cartaceo essere stato emarginato, declassato, disdegnato, snobbato nella società contemporanea? Come possono le persone rinnegare la loro stessa ‘certezza di esistenza’? Questi sono i quesiti che non sarebbero mai passati per la mente di un monaco amanuense - che del resto talvolta vedeva nel libro l’unica certezza per il futuro- ma oggi, purtroppo, questo è un quesito che pervade ciascun lettore amante della carta ed è soprassediato totalmente dal pubblico tecnologico. Certo, è indubbia la necessità della tecnologia in una società automatizzata con quella odierna, comunque questa non riuscirà mai a coprire il “valore del libro”. Entrare in un libro significa intraprendere un viaggio nella memoria proiettata nel futuro, la realtà diviene meno vivida e concreta ma più intrisa di particolari e venata del pensiero del lettore che si libera dai propri luoghi comuni e conosciuti principiando ad inoltrarsi in una giungla di lettere, sensazioni, emozioni, vita. Sembra fuori luogo la parola “vita”, ma del resto nessun linguista è mai riuscito ad elaborare un termine migliore, semplice ma assoluto e, leggere un libro “vero” è proprio come intraprendere una vita immateriale e meravigliosa che ad ogni pagina si divincola tra le pagine ma, con la vita reale ha una differenza, non si conclude mai. No, mai, dentro ciascun lettore del veemente libro cartaceo, seppur nell’antro più profondo della propria immaginazione, rimarrà sempre un ricordo lieve ma incommensurabile di un viaggio che si è svolto completamente nella comodità di una poltrona. Perdere l’interesse e l’uso quotidiano del libro è paragonabile ad un’inevitabile perdita dell’identità di una società, distacco dalle proprie radici, infrangere gli specchi che riflettono l’interiorità di ciascuno, vanificare millenni di storia, arginare la propria immaginazione. È palesemente impossibile porre fine, in questa sede, al dilagante fenomeno della digitalizzazione sociale, tuttavia, è opportuno ribadire la rarissima essenza del profumo della carta, la singolare emozione che si prova nella lettura di un libro cartaceo, l’immensa e stupenda quantità di nozioni, capacità di critica e visione del mondo differente, che solo un libro “vero” di carta ed inchiostro può regalare al suo amante allievo e depositario. È difficile credere alla mancanza di sensibilità dei ragazzi d’oggi nei confronti di ogni lettura, al non conoscere nulla di mille fantastici mondi segreti dei libri, alternativi e peculiari rispetto alle volgari e vane realtà attualmente preponderanti, avversi ad un rapporto di amicizia corrisposto tra uomo e pagine, l’uno concede all’altro attenzione e questo impartisce insegnamenti di vita. Paradossalmente è complicato con la scrittura far trasparire l’assoluta unicità e magnificenza del “libro vero”, d’altronde in una realtà nella quale “vanitas vanitatum et omnia vanitas” è ancora più arduo questo compito ancorché non impossibile. Dunque, è opportuno concludere questa trattazione con l’auspicio che lo strumento di cultura per eccellenza del passato riesca a riemergere non solo nel presente -dove, seppur poco è ancor presente- non scompaia del tutto nel futuro.

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