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sabato 20 aprile 2024 | ore 15:24

Disabilità superAbile

Premio Titolo + Premio Giovani Reporter: M. è stata super… abile e ci ha aiutato a far sì che il nostro pregiudizio fosse superabile.
Inveruno - Giovani Reporter 2013

La scelta di parlare della disabilità è la scelta di parlare di noi, delle nostre famiglie in un momento della vita o in tutta la vita. La disabilità coinvolge ogni età, ogni classe sociale, ogni livello economico e culturale, ogni latitudine, in pratica, coinvolge tutti noi. Solo dedicando un’attenzione alla comunicazione è possibile cogliere non solo le “diversità” ma anche la “normalità” delle differenze. Pensavamo di essere esenti da quel pregiudizio che ci sembrava di vedere negli altri. Durante l’incontro scopriamo di non essere immuni da quel pregiudizio, che impedisce una reale conoscenza con l’altra persona. Non è facile riconoscere in noi stessi un atteggiamento mentale dal quale ci siamo sempre ritenuti liberi e tanto meno è facile non colpevolizzarsi per questo.
Abbiamo intervistato M. una ragazza di 22 anni che vive nella comunità E.B. (mi) da circa 5 anni con altri compagni che sono diventati per lei la sua nuova famiglia.
Trovarsi di fronte a M., al suo modo diverso di parlare, di muoversi ed essere “costretti” ad ascoltarla senza apparenti vie di fuga ha provocato in noi un iniziale disagio, che si è sciolto successivamente. Abbiamo compreso che non avevamo paura di lei ma di noi stessi e soprattutto temevamo di non essere in grado di riuscire a “gestire”qualcosa di sconosciuto.
Una ragazza come tante altre
Come avremmo fatto a capirla?
Sarebbe stato troppo faticoso ? Le avremmo chiesto di sostenere uno sforzo eccessivo ? Queste erano le nostre domande e i nostri dubbi, le nostre perplessità … pian piano ognuno ha accettato la propria disabilità.
M. ci racconta quante e quali terapie riabilitative e di mantenimento ogni giorno affronta e quanti percorsi di comunicazione deve fare per migliorare nel dialogo con gli altri. Oltre che a curare il proprio corpo pensa anche ai suoi svaghi … partecipa a laboratori di ceramica, laboratori di cucina, attività musicali, si dedica alla lettura. Partecipa alle uscite culturali e di tutto questo ringrazia la sua educatrice che stava seduta accanto a lei .
Aiutare imparando
A. l’educatrice interviene per ricordare che anche lei deve molto a M., per tutto ciò che ogni giorno le insegna.
Ci parla del lavoro che svolge nel centro dove si trovano parecchie persone con disabilità .”Lavorare in questo centro è un esperienza molto particolare ed arricchente. Poter avere la possibilità di confrontarsi con una realtà così diversa dalla quotidianità a cui i soggetti normodotati sono abituati, risulta essere un elemento utile per una propria crescita personale. Essere in costante contatto con la diversità umana, la sofferenza e la malattia insegna ad apprezzare le persone in relazione alla loro umanità e non al loro limite. Personalmente ritengo che l’esperienza lavorativa in un Centro diurno permetta alle persone di non soffermarsi al limite che la disabilità mostra, insegna a non guardare al soggetto solamente come uomo affetto da una malattia, ma come uomo ricco di qualità, con pregi e difetti e una storia di vita valida e importante da essere raccontata.”

Appena finita la nostra intervista suona il campanello,il centro è ormai chiuso c’ eravamo solo noi . Chi poteva essere ? M. sapeva chi era , la sua migliore amica era venuta a prenderla per un aperitivo in piazza . M. ci lascia dicendoci che lei ha sempre saputo non solo di essere portatrice di una disabilità, ma anche di essere innanzitutto una persona. E’ ora che lo impariamo anche noi.
È ora che ciascuno,al di là di fatui sentimentalismi, metta in discussione la propria idea di disabilità e di persona, per accorciare le distanze da paure e pregiudizi e fare esperienza di INCONTRI SPECIALI,
come è stato per noi l’incontro con M.
M. è stata super… abile e ci ha aiutato a far sì che il nostro pregiudizio fosse superabile.

scritto da Noman Ali, Francesca Bianchi e Gabriele Tagini della 3^ A

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