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mercoledì 13 novembre 2024 | ore 23:59

Ricordando Paolo Borsellino

E' un'esperienza che non dimenticheranno. C'erano anche i ragazzi di Cornaredo nella cerimonia per ricordare, a Palermo, la strage di via D'Amelio del 19 luglio in cui, in un agguato mafioso, perirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta.
Eventi - Paolo Borsellino (Foto internet)

E' un'esperienza che non dimenticheranno. C'erano anche i ragazzi di Cornaredo nella cerimonia per ricordare, a Palermo, la strage di via D'Amelio del 19 luglio in cui, in un agguato mafioso, perirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Lori, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. i ragazzi che hanno sostenuto tra i banchi di scuola un percorso incentrato sulla legalità sono stati accompagnati dagli operatori del Centro di Protagonismo giovanile. "Tornare a Palermo in questi giorni - spiegano in una nota- è sempre un effetto speciale, ci si trova catapultati nella tragedia ma si incontra gente speciale che combatte per la ricerca della verità, ormai possiamo dire che ci si rincontra, che si rimettono insieme le storie, che si conosce, ogni volta, qualcuno di nuovo". I ragazzi esprimono soddisfazione per avere conosciuto il magistrato Nino Di Matteo "costretto a vivere con un sistema di protezione così elevato da compromettere persino le minime libertà personali". Un segnale triste, questo, per i ragazzi, perché significa che "siamo ancora lontani dalla verità, verità sui depistaggi di via D'Amelio, sul processo passato alla storia come la trattativa stato -mafia, sula falange armata, sul processo ndrangheta stragista , su quali persone forzarono il computer di Giovanni Falcone, sulla scomparsa dell'Agenda Rossa, su Nino Agostino, Attilio Manca, Claudio Domino e potremmo andare avanti per ore". Insomma, troppe verità che attendono ancora di tradursi in risposte concrete. "Il futuro - proseguono i ragazzi- per noi assume la fisionomia delle persone come l'avvocato Fabio Repici, come Stefano Mormile, fratello di Umberto, l'educatore ucciso a Milano nel 1990, come Flora, la figlia di Vincenzo e la sorella di Nino, ucciso mentre si receva alla festa del diciottesimo suo compleanno". Figure il cui ricordo contribuisce a tenere viva la lotta alla criminalità organizzata per la riaffermazione della legalità e a darle ulteriore smalto. Grande la loro emozione quando Stefano, recandosi sul palco, ha annunciato "leggerò con i ragazzi di Cornaredo". "Ecco perché andiamo a Palermo - dicono ancora i ragazzi- questa città porta con sè tutte le contraddizioni della vita, con una strana soluzione di continuità a volte davvero incomprensibile, nella quale convivono la bellezza e il degrado, la ricerca di giustizia e l'opacità morale, la voglia di verità dei parenti vittime di mafia e gli ideologi di nuovi partiti già condannati per concorso esterno in associazione mafiosa". Una voglia di giustizia che, concludono i ragazzi, porta anche il nome di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso in via D'Ameio, "autentico combattente, fratello di vita e di memoria".

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