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sabato 20 aprile 2024 | ore 10:14

"La mia vita sempre in panchina"

Luigi Bonizzoni, oggi 91 anni, si racconta: quello scudetto con il Milan...
Sport - Luigi con il bomber rossonero Prati (Pubblifoto)

Sono cambiati gli anni, ma non la grinta, il carattere ed il temperamento. Quelli sono rimasti praticamente identici, come nel lontano 1946 quando fece il suo esordio da allenatore, o ancora prima quando iniziò a calcare i terreni di gioco da calciatore. Mente lucida e piglio di un “giovanotto”, Luigi Bonizzoni, che oggi vive ad Ossona e che, proprio l’altro giorno (il 23 novembre), ha raggiunto l’invidiabile traguardo dei 91 anni, ricorda quei momenti quasi fossero ieri. Tante le immagini e gli aneddoti che, uno ad uno, riaffiorano nella sua testa: ci sono gli attimi che precedono l’ingresso in campo, la delusione e la rabbia per un gol sbagliato o per un fallo commesso, la gioia per una vittoria e l’emozione perché l’obiettivo stagionale è stato centrato. Fuori o dentro il prato, ognuno ha un posto privilegiato nell’album dei ricordi personali. In fondo, diversamente, non avrebbe potuto essere, perché Luigi, detto “il Cina”, ha nel suo passato anni e anni di panchine e tante squadre, dalle serie minori alla A. Magenta, Monza, Crema, Brescia, Palermo, Como, Atalanta, Marsala, Udinese, Bellinzona, Genoa, Foggia, Cesena, Imperia, e qui da noi, anche la Pro Patria, passando per il Milan, con cui nel 1958/59 ha vinto uno scudetto. Dieci stagioni in massima serie, altre tra selezioni nazionali ed Interlega, nella sua storia, però, non ci sono state solo formazioni di club, bensì anche la Nazionale Italiana Cantanti, che ha guidato per un decennio, praticamente dalla sua fondazione, ed un impegno costante in Federazione, a Coverciano, in qualità di esaminatore ed organizzatori dei corsi per tecnici o quale commissario provinciale e regionale, oltre ad avere scritto e pubblicato libri inerenti, appunto, la sua passione e professione ed avere collaborato con la testata giornalistica Avvenire e con il Guerin Sportivo, quando Gianni Brera ne era direttore. “Faccio fatica a ricordare con precisione gli anni sulle varie panchine – racconta Bonizzoni – Ma ho chiari nella memoria i singoli episodi ed i vari giocatori. Tutti hanno avuto un significato importante: stagioni, calciatori e, in modo particolare, presidenti”. Perché, come ci ha confidato... “In una società i presidenti – dice – sono fondamentali. Come si rapportano con la squadra e con i mister, è anche lì la chiave di un successo. Per quanto riguarda i giocatori, ne ho visti e conosciuti davvero tanti. C’erano Dino Zoff e Giovanni Trapattoni, che ho fatto debuttare, poi Cesare Maldini e Ferruccio Valcareggi, che ho allenato. Sono solo alcuni. Chi mi è rimasto più impresso? Che dire: penso Juan Alberto Schiaffino, un campione d’altri tempi”. Il “Cina” si commuove a ripercorrere quegli anni. Guarda e riguarda le foto dell’epoca. E’ a casa sua, ad Ossona, e con lui ci sono anche alcuni amici di “vecchia data”, tutti che hanno fatto parte e fanno parte del mondo del calcio: Danilo Filippini, che per l’università “LiUM” di Bellinzona gli ha fatto pervenire un attestato e una maglia della nostra Nazionale, con tanto di nome e soprannome e anche numero, ovviamente, il 91, quindi Dino Aliprandi ed il grande bomber rossonero Pierino Prati.

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