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sabato 20 aprile 2024 | ore 13:47

Lettera per la scuola

Oggetto dello scambio epistolare tra un genitore di un bambino della Primaria di Canegrate e la giunta del sindaco Roberto Colombo è stato la situazione delicata.
Attualità - Scrivere lettera (Foto internet)

La lettera è stata garbata, la risposta altrettanto. Oggetto dello scambio epistolare tra un genitore di un bambino della scuola Primaria di Canegrate e la giunta del sindaco Roberto Colombo è stato la situazione delicata in cui il plesso versa. "Preso atto della comunicazione di settimana scorsa di isolamento cautelativo delle classi terze, della comunicazione allegata di isolamento cautelativo delle classi quarte e di una seconda e una quinta - scrive il genitore - voglio esprimere da genitore la mia preoccupazione in merito a quanto sta accadendo nella nostra scuola. Il Ministero dell'Istruzione ha detto che le scuole non devono chiudere, ma nel nostro caso ci sta pensando il Ministro della Sanità?". Il genitore prosegue esprimendo perplessità sul fatto che la mensa sia un luogo sicuro per i pasti. E chiede quindi che sia presa "La decisione di servire anche alla Primaria i pasti nelle aule, altrimenti tra un paio di giorni tutte le classi dell'istituto saranno in isolamento cautelativo". La richiesta, in sostanza, è di un pronto intervento volto ad evitare che l'emergenza all'interno del plesso si allarghi. "Dovete fare in modo - dice sempre il genitore rivolgendosi all'amministrazione - che ad eccezione dei casi previsti per legge la scuola rimanga aperta, perché non tutti i genitori possono assentarsi dal luogo di lavoro e non è possibile lasciare i bambini dai nonni proprio per salvaguardare i nonni stessi". Nella consapevolezza, aggiunge, che "Ogni bambino ha il diritto di andare a scuola, ogni genitore ha il dovere di andare al lavoro, la scuola deve accogliere i nostri bambini e fornirgli un'adeguata istruzione nelle aule finché questo sia possibile". Il genitore evidenzia non da ultimo il danno che questa decisione dell'isolamento comporti per il Comune "Che deve sostenere dei costi per una struttura utilizzata solo per la metà" e per la società che si occupa della distribuzione dei pasti "Che da qui a qualche giorno dovrà preparare solo i pasti per l'infanzia". Una lettera composita che tocca diversi punti e a cui l'Amministrazione comunale ha fornito subito un'altrettanto circostanziata risposta. Specificando il tono cortese della lettera, il sindaco Roberto Colombo e l'assessore alla cultura Edoardo Zambon partono con l'affermare che "Al momento, in tutta la scuola Primaria, si registrano due casi positivi, sia chiaro, non sappiamo dove, per effetto dei quali sono state poste in isolamento dieci classi, provvedimento poi ridotto a cinque, quattro lo scorso lunedì e una oggi, a tal proposito siamo in attesa di conoscere gli effettivi provvedimenti di Ats". Riguardo alla mensa, però, la valutazione dei due esponenti della giunta canegratese rispetto a quella fatta dal genitore estensore della lettera diverge: "E' una conclusione comprensibile ma non la condividiamo - scrivono - nei mesi estivi è stato fatto un lavoro scrupoloso, di cui rivendichiamo la serietà, in accordo tra comune, Gemeaz (società che gestisce la mensa, ndr), dirigenza scolastica e protezione dell'Ics per garantire il corretto distanziamento tra gli alunni in mensa, tavoli precedentemente occupati da sei-otto alunni ridotti a capienza di tre, spazi allargati, passaggio da due a tre turni, pasti serviti in vassoi monodose, aerazione riccorrente nei locali". Misure un po' di carattere logistico in ossequio alla normativa che, per Colombo e Zambon, "Erano e sono rigorosamente funzionali al contenimento del contagio e prevedevano e prevedono , se si verificano positività, di tracciare accuratamente i soggetti coinvolti, che hanno un posto fisso, procedendo all'isolamento del loro tavolo ed eventualmente dei tavoli vicini senza ricorrere a misure massive che andrebbero a toccare utenti distanti fra loro decine e decine di metri". Condivisione piena, invece, i due esponenti della giunta di via Manzoni riservano all'asserzione del genitore sull'apertura della scuola a eccezione dei casi previsti per legge. Per quanto riguarda il pasto in classe la valutazione è possibilista: "ci siamo attivati presso Gemeaz per studiare le modalità con cui servire il pasto in classe - concludono Colombo e Zambon - pur nella consapevolezza che il pasto servito in classe non offre in realtà alcuna garanzia supplementare di sicurezza rispetto a quello consumato in mensa, vogliamo ridurre la possibilità di innescare provvedimenti massivi probabilmente dettati da un comprensibile eccesso di cautela come quelli di cui siete stati temporaneamente oggetto". E, per l'introduzione del pasto in classe, indicano anche una possibile data di inizio ovvero lunedì 9 novembre. La conclusione è un'indicazione di ripartizione di competenze: "Il Ministero della sanità - dicono Colombo e Zambon - non ha alcuna paternità sui provvedimenti di isolamento di cui parliamo, quando abbiamo progettato il servizio mensa lo abbiamo fatto applicando proprio i rigorosi controlli del Ministero che prevedevano passi accurati di tracciamento e isolamento sui singoli casi, singoli tavoli e singole classi mirati a evitare cieche soluzioni a tappeto". Al genitore lo scambio epistolare ha quindi permesso di avere elementi di maggiore chiarezza sulla gestione del Covid-19, all'amministrazione comunale di precisare ulteriormente la sua strategia d'azione antiCovid.

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