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martedì 14 maggio 2024 | ore 20:58

La diagnosi di alfa 1-antitripsina

L’attenzione e la cura del paziente parte in Farmacia. Il Project Work sulla ricerca di un difetto genetico riferito al gene per la proteina alfa 1-antitripsina da gennaio.
Salute - Il gruppo di medici farmacisti

L’attenzione e la cura del paziente parte in Farmacia. Si comincerà nel prossimo mese di gennaio, certamente un’occasione importante e un momento per stare ancora più vicini al cittadino. Il Project Work sulla ricerca di un difetto genetico riferito al gene per la proteina alfa 1-antitripsina (con il supporto del Centro di Riferimento per la Diagnosi del deficit di alfa 1-antitripsina di Pavia, responsabile il professor Angelo Guido Corsico), insomma, sta per arrivare anche nel nostro territorio, grazie al dottor Valerio Pozzati ed alla Farmacia Sant’Anna di Castano Primo. “Nello specifico - spiega lo stesso dottore - l’obiettivo è quello di effettuare la diagnosi precoce di questa malattia rara, in modo da poter impostare un corretto stile di vita e uno schema terapeutico appropriato e prevenire e ridurre le probabilità di gravi complicazioni. Una semplice indagine, appunto in farmacia, infatti, può aiutare a diagnosticare più facilmente il deficit, intervendo con le specifiche e necessarie attività”. Ma che cos’è l’alfa 1-antitripsina? Si tratta di una proteina prodotta dal fegato che svolge un’azione di difesa dell’organismo, in particolare del polmone, nel corso di processi infiammatori. Il deficit di questa proteina è alla base di una rilevante percentuale di casi di bronco pneumopatia cronica ostruttiva (BCPO), in quanto è responsabile dell’insorgenza in età precoce di enfisema polmonare anche in soggetti che non sono esposti ad agenti infiammatori come il fumo di tabacco o infezioni respiratore croniche. “Il deficit severo di alfa 1-antitripsina è classificato tra le malattie rare, con una prevalenza nella popolazionedi 1/2000-5000, ma propobabilmente questo valore è sottostimato semplicemente perché spesso la malattia non è diagnosticata”. Un progetto, dunque, che valorizza la farmacia come centro di screening e presa in carico del paziente cronico, sulla base di un protocollo di gestione, aderenza e monitoraggio, ma anche come centro di raccolta e analisi dati (sono sei in totale i farmacisti con la qualifica di Project Manager: Valerio Pozzati di Castano, Elisabetta Cigoli Farmacia di Lardirago Pavia, Glenda Chinelli delle Farmacie Comunali Piacentine, Vittorio Ruiu di Farmacie S.Agata Olgiate Comasco, Giovanna Vocca di Farmacia Rocco Battipaglia Salerno e Silvia Acri di Parafarmacia del Corso Cosenza). E che consiste nel prelievo di una goccia di sangue capillare su un apposito supporto, con il campione che verrà inviato, poi, al centro diagnostico.

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