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venerdì 03 maggio 2024 | ore 13:03

Padre e figlio in... mostra

Nella ex chiesa di Santa Maria in Braida, la mostra di pittura di Gaetano e Italo Calcaterra, entrambi cuggionesi. L'arte protagonista durante queste festività.
Cuggiono - La mostra di Gaetano e Italo Calcaterra

Nella ex Chiesa di Santa Maria in Braida a Cuggiono, la scorsa domenica 18 dicembre si è inaugurata la mostra, dedicata a Gaetano e Italo Calcaterra, organizzata dall’Ecoistituto della Valle del Ticino − in collaborazione con il Gruppo Artistico Occhio e con il patrocinio del Comune − che aggiunge un ulteriore momento alla consuetudine, ormai in atto da qualche anno, di ospitare nella settecentesca sede di via San Rocco, durante il periodo delle festività natalizie, iniziative strettamente legate al territorio. Padre e figlio, entrambi cuggionesi di nascita, Gaetano (1872-1926) e Italo (1901-1983) Calcaterra, nella loro vicenda paiono rimandare all’antico concetto della “bottega d’arte”, dapprima condividendo e poi ereditando l’uno dall’altro l’ecletticità dell’operare, che spazia dalla pittura di cavalletto all’affresco, alla decorazione, agli allestimenti scenografici teatrali, celebrativi per pubblici eventi o d’ambito religioso, sino all’architettura, in un ampio raggio d’intervento nel nord-occidente d’Italia. Nato nel 1872, Gaetano Calcaterra frequenta Brera per arrivare in seguito a tenervi corsi di scenografia, lavorando anche per la Scala. Suoi affreschi sono, fra gli altri, nelle chiese di Legnano, Nerviano, Bernate, Castano Primo. Cuggiono gli deve la volta di Sant’Agnese, la collaborazione con l’amico Luigi Nogari nella Basilica di San Giorgio, oltre alla progettazione della Cappella dell’Addolorata, dipinta poi dal figlio Italo nel 1966 e scelta a immagine dell’odierna rassegna. Si spegne a Cuggiono nel 1926, a soli cinquantaquattro anni. Italo Calcaterra si discosta nel tempo dall’influenza del padre-maestro e si volge a modi più liberi da impronte accademiche, privilegiando tonalità decise e l’immediatezza emotiva del colore alla definizione formale del segno, grazie in particolare all’uso della spatola. Nato all’alba del secolo, 1901, morirà a ottantuno anni, nel 1982, profondamente segnato dalla tragica esperienza della deportazione nel 1943 in un campo di concentramento della Pomerania.

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