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venerdì 29 marzo 2024 | ore 07:48

L'oro rosso...

"Stamattina sono andato al mercato, ho visto sui banchi tante belle ciliegie e non ho potuto fare a meno di acquistarle...".
Trucioli di storia - L'oro rosso

"Stamattina sono andato al mercato, ho visto sui banchi tante belle ciliegie e non ho potuto fare a meno di acquistarle. Mi ricordano l’infanzia e soprattutto la mia sopravvivenza. Io sono di origini Emiliane e nelle mie terre c’è stato un tempo in cui si campava grazie alle ciliegie. L’oro rosso, lo chiamavamo. Tra maggio e giugno i paesi si fermavano: tutti in campagna! Nei ciliegeti era un continuo brulicare, dall’alba al tramonto. Grandi e piccini, amici e parenti. Quando si doveva raccogliere non c’era niente di più importante da fare. La raccolta iniziava la mattina presto, anzi in realtà i lavori partivano durante le ultime ore della notte: levataccia alle 3 perchè al massimo per le 4 dovevamo essere già tutti all’opera. Vestiti “a cipolla”, perché la temperatura saliva molto dopo le prime ore dell’alba. Su e giù dalle scalette che ci permettevano di arrivare fino in cima. Chiacchiere, battute, risate e canti a squarciagola accompagnavano il nostro lavoro e a metà mattinata il caffè, pane con salumi e le crostate rigorosamente alla ciliegia preparate dalle mamme aiutavano il recupero delle energie necessarie alla raccolta. I secchi avevano un gancio che permetteva di attaccarli alla cintura dei pantaloni e, una volta riempiti, con grande fatica e tenendo i pantaloni perchè non cadessero, si svuotavano sui carri dei trattori dove le mamme e le nonne ci aspettavano per selezionarle. Nelle ore più calde della giornata ci riposavamo un po’ sotto le piante per riprendere le forze ma i lavori riprendevano a metà pomeriggio fino a sera. Noi bambini venivamo sempre ripresi perchè non dovevamo mangiarne, dovevano essere vendute, ma era troppo difficile ed ogni due raccolte una finiva nella nostra bocca. Quanti mal di pancia! ...ma non potevamo dirlo altrimenti ci aspettava una bella romanzina e il salto della cena. Dopo la raccolta si arricchivano agricoltori e famiglie intere, fabbri e artigiani, negozi, muratori e commercianti… si rifacevano le finestre, si riempivano le dispense e gli armadi, si allargavano i campi e gli orti. Se il raccolto era stato buono potevamo sperare di avere scarpe nuove, i miei nonni grazie alle ciliegie hanno comprato case e terreni. Ancora oggi ogni estate mi piace farmi accompagnare dai miei figli a vedere la raccolta delle ciliegie ed anche se la mia gioventù ormai non mi permette più di raccoglierne solo guardando mi sembra ancora di sentire il sapore dolce di quell’oro rosso appena raccolto". (Nonno Erminio)

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