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venerdì 13 giugno 2025 | ore 12:20

Articoli di Studio Legale Guffanti

La demolizione di un muro volta a facilitare l’accesso sul cortile comune è legittima solo se realizzata in modo da non pregiudicare né la normale funzione del cortile né le possibilità di utilizzazione particolare eventualmente prospettate dagli altri condomini.
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Nel caso sottoposto all’esame del Tribunale di Venezia era stata accertata l’illegittimità dell’abbattimento del muro che divideva la corte dalla proprietà esclusiva del condomino autore dell’abbattimento e, pertanto, condannato quest’ultimo alla rimessione in pristino.  continua... »

Di regola no, ma il Giudice potrebbe decidere diversamente.
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L’aggiunta del cognome del marito a quello della moglie è disciplinata, nel nostro Paese, dall’art. 143 bis c.c. che prevede: “la moglie aggiunge al proprio cognome quello del marito e lo conserva durante lo stato vedovile, fino a che passi a nuove nozze”. Ma la moglie può mantenere il cognome del marito dopo il divorzio? A detta domanda risponde l’art.  continua... »

Il basso consumo di energia nel triennio prova che l’abitazione non è principale.
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Con l’Ordinanza n. 29505/21, la Cassazione stabilisce che il contribuente non può beneficiare delle agevolazioni Imu, poiché i bassi consumi di energia elettrica nel triennio provano che il contribuente non utilizzava l’immobile come abitazione principale.  continua... »

Diritto al risarcimento del danno anche quando il pirata della strada fugge.
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La legge n. 990/1969 ha istituito il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada (F.G.V.S.) per garantire il risarcimento dei danni nei casi in cui i sinistri stradali coinvolgono mezzi non assicurati o non identificati.
Recentemente il Tribunale di Napoli è tornato ancora ad esprimersi in merito ad una controversia dai risvolti sempre più consueti.  continua... »

No al diritto di abitazione per il coniuge superstite se la casa apparitene al coniuge defunto e a terzi.
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Con l’Ordinanza n. 29162/21 del 20 ottobre 2021, la Corte di Cassazione si è espressa in merito al diritto di abitazione del coniuge superstite sulla casa famigliare di proprietà del coniuge defunto e di terzi. Nel caso analizzato, la moglie superstite ha vissuto con la famiglia, per oltre vent’anni, nella casa di proprietà del marito e dei di lui fratelli (casa che i tre avevano ricevuto in eredità dai genitori). Alla morte del marito, i fratelli hanno citato in giudizio la cognata ed i nipoti per ottenere lo scioglimento della comunione ereditaria.  continua... »