Milano / Malpensa

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Ogni volta che la sede di Pietro si rende vacante, gli occhi del mondo si rivolgono alla Cappella Sistina. È lì che si svolge il Conclave, l’antico e solenne processo con cui la Chiesa cattolica elegge il suo nuovo Papa. Un rito che unisce fede, tradizione e discernimento, regolato da norme precise e intriso di secoli di storia. Il termine "Conclave" deriva dal latino cum clave, cioè "con chiave", a indicare l’isolamento obbligatorio dei cardinali elettori fino all’elezione del Pontefice. Questo sistema fu istituzionalizzato nel 1274, durante il Concilio di Lione II, per evitare le lunghe e spesso tumultuose vacanze del soglio pontificio. Famoso il caso dell’elezione di Papa Gregorio X, che richiese quasi tre anni: i cardinali furono infine chiusi a chiave nella città di Viterbo, con dieta forzata, affinché giungessero a una decisione. Nel tempo, la procedura è stata perfezionata, con l’ultima riforma significativa voluta da Papa Giovanni Paolo II (1996) e ritoccata da Benedetto XVI e Francesco. Attualmente, possono votare solo i cardinali con meno di 80 anni al momento della “vacanza della sede apostolica”. Il Conclave si svolge a Roma, nella Cappella Sistina, sotto il celebre Giudizio Universale di Michelangelo. Dopo la Messa Pro Eligendo Papa, i cardinali elettori giurano segretezza e vengono isolati nel “Domus Sanctae Marthae”, dove alloggiano, e possono accedere solo ai luoghi riservati al Conclave.
Si vota due volte al mattino e due al pomeriggio, con apposite schede cartacee. È necessaria una maggioranza qualificata dei due terzi per eleggere il nuovo Papa. Dopo ogni votazione, le schede vengono bruciate nella stufa della Sistina: il fumo nero annuncia un nulla di fatto, il bianco l’elezione del nuovo Pontefice.
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