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venerdì 19 aprile 2024 | ore 06:23

Lombardia polo aziende estere

Sono oltre 15mila le imprese estere in Italia, con 1,5 milioni di occupati e un fatturato di circa 600 miliardi di euro. In questo scenario, la Lombardia è la prima regione.
Milano - Aziende estere in Lombardia

In Italia ci sono 15.519 imprese estere, con una crescita di 1.141 unità negli ultimi 10 anni. Sono lo 0,3% del totale delle aziende italiane, ma occupano 1,5 milioni di persone, pari all’8,3% degli addetti. Complessivamente queste società hanno un fatturato di circa 600 miliardi di euro, il 18,6% del fatturato di tutte le imprese italiane, con un valore aggiunto di 125 miliardi di euro, pari al 15,5% del totale. Nel 2018, hanno investito 3,7 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, generando investimenti pari al 14% di quelli complessivi fatti in Italia e per ogni euro investito, si ha una crescita della produzione industriale di circa 3,3 euro, tra effetti indiretti e indotto. Inoltre, per ogni occupato in più nelle grandi multinazionali estere presenti in Italia, si generano nell’intero sistema economico 4,6 posti di lavoro aggiuntivi. Questi i dati presentati in occasione della nascita dell’Osservatorio Imprese Estere in Italia (OIE), un’iniziativa dell’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria, in collaborazione con l’Università Luiss Guido Carli. In 5 Regioni il 70% degli occupati e il 76% del valore aggiunto. Sempre secondo Confindustria, stando alle ultime rilevazioni pubblicate nel 2020, le prime cinque Regioni italiane per rilevanza dell’attività delle multinazionali estere sono: Lombardia, Lazio, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. In queste Regioni si concentra quasi il 70% dei lavoratori e circa i tre quarti del valore aggiunto (76%) realizzato In Italia dalle imprese nazionali a controllo estero. In particolare, la Lombardia conta circa un terzo (32,3%) degli addetti e il 38% del valore aggiunto. Da questo punto di vista, la seconda Regione per rilevanza è il Lazio con una quota del 10,5% di addetti e il 15% di valore aggiunto. Come quota di valore aggiunto seguono Piemonte (8,6%), Veneto (7,8%), Emilia-Romagna (6,9%) e Toscana (5,4%) mentre tra le regioni del Mezzogiorno il principale contributo viene generato dalle multinazionali estere in Campania (2,3%), Puglia e Sicilia (1,6% entrambe) e Abruzzo (1,2%). Le imprese estere in Italia danno un contributo rilevante alla creazione di valore aggiunto e il loro peso è più alto in Lombardia (21,7%), Lazio (20,9%) e Liguria (18,8%), seguite fuori dal podio da Piemonte (15,4%) e Toscana (12,2%). Il commercio al dettaglio e all’ingrosso (esclusi autoveicoli e motocicli) e la fabbricazione di macchinari e apparecchiature sono tra i principali settori di attività delle multinazionali estere in Italia. Poi ci sono peculiarità locali: per esempio Lazio e Lombardia si caratterizzano per le telecomunicazioni e per la produzione di software, consulenza informatica e attività connesse; il Piemonte per la fabbricazione di autoveicoli e di articoli in gomma e materie plastiche; la Toscana per le attività di noleggio, leasing operativo e degli studi di architettura e ingegneria.

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