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Planet Farms: coltivazione verticale

Planet Farms è pronta a sbarcare sul mercato e a crescere per attestarsi come una delle realtà più importanti al mondo nella coltivazione verticale.
Ambiente - Planet Farms (Foto internet)

Planet Farms è pronta a sbarcare sul mercato e a crescere per attestarsi come una delle realtà più importanti al mondo nella coltivazione verticale. La società, fondata nel 2018 da Luca Travaglini e Daniele Benatoff, è attiva nel vertical farming e in anni di ricerca ha sviluppato un sistema di coltivazione verticale innovativo e sostenibile e ha nello stabilimento di Cavenago, in provincia di Monza e Brianza e alle porte di Milano, il più grande impianto singolo di questo tipo al mondo con un ettaro coltivato. “L’idea è nata tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, quando per una brutta esperienza di salute ho dovuto rivedere tutta la mia vita, anche l’alimentazione e ho deciso di battermi per un diritto che non abbiamo: sapere esattamente quello che mangiamo”, racconta Luca Travaglini che tra il 2014 e il 2018 ha avviato le prime ricerche attraverso il gruppo di famiglia, società leader mondiale nella realizzazione di stabilimenti automatizzati nel settore alimentare, per arrivare ad avere prodotti alimentari totalmente naturali, tracciabili e sostenibili. L’amicizia di lunga data con Daniele Benatoff si è trasformata nella fondazione di Planet Farms che oggi ha circa 50 collaboratori, da agronomi a ingegneri, passando per esperti di software, tutti proiettati all’innovazione. “A Cavenago produciamo tra le 600 e le 800 tonnellate all’anno di prodotto: in agricoltura tradizionale per avere risultati analoghi servirebbero oltre 100 ettari, se non di più, considerando che le condizioni in cui si sviluppano le piante nella fattoria verticale sono costanti 365 l’anno e permettono di non avere perdite a causa di shock climatici”, spiega Travaglini, ricordando che al mondo Planet Farms si confronta con diverse società internazionali. Le colture crescono grazie a luce, acqua, aria e sali minerali, in maniera naturale, senza essere esposte agli stress dovuti a intemperie, eccesso di calore, attacchi di parassiti e microorganismi patogeni e competizione con erbe infestanti. Il sistema è totalmente automatizzato, dal seme al prodotto finito/confezionamento : a Cavenago operano 12 persone più due manutentori. In particolare, in Planet Farms le piante ricevono il mix ideale di luce, calore, acqua e sali minerali, secondo cicli rispettosi della fisiologia della pianta. Grazie all’assenza di nemici naturali, garantita dall’ambiente protetto delle stanze di crescita, non servono pesticidi, erbicidi o antiparassitari ed è possibile coltivare semi puri, non trattati. Ogni coltura può così esprimere al meglio gusto e qualità nutritive. A fine estate partirà la distribuzione della prima gamma di prodotti: insalate ed erbe aromatiche, sostenibili anche nella confezione riciclabile nella carta. “Siamo pronti al lancio, con una distribuzione presso le grandi reti della Gdo del Nord Italia, per mantenere la sostenibilità e avvieremo contestualmente la realizzazione di altri tre impianti, due in Italia, sempre a Nord, e uno all’estero”, continua Travaglini, indicando che sono in corso ricerche per ampliare la gamma: “Stiamo facendo delle ricerche anche sui frutti rossi”. Ingenti gli investimenti per avviare questa attività, dal 2018, anno della fondazione, sono stati investiti circa 30 milioni di euro, cui si aggiungono quasi altri 20 milioni per la ricerca realizzata tra il 2014 e il 2018. “Al nostro fianco abbiamo anche dei family office, abbiamo vinto il bando Life dell’Unione europea e abbiamo ricevuto dei finanziamenti agevolati da Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare)”, sottolinea Travaglini. Di fronte alla sfida posta dai cambiamenti climatici, dalla desertificazione di ampie aree del mondo e alla grande attenzione al consumo di acqua, più grande risorsa mondiale a rischio, la tecnologia di Planet Farms permette di rispondere con azioni concrete: nell'ambiente protetto delle vertical farms è possibile coltivare varietà vegetali con semi in purezza, oggi impossibili da far crescere in campo aperto, rioffrendo al consumatore un patrimonio varietale estremamente biodiverso che sta andando perso; l'acqua e i sali minerali che non vengono assorbite dalle colture vengono reintegrati e rimessi in circolo. Solo l’acqua necessaria alle piante, né più né meno, viene assorbita dall’apparato radicale e realmente consumata. L’apparato fogliare non viene mai in contatto con l’acqua grazie non solo all’efficiente sistema di irrigazione ma anche al fatto che non è necessario il lavaggio del prodotto, il quale viene direttamente confezionato dopo la fase di taglio. Tutto ciò comporta una riduzione di oltre il 95% del consumo di acqua, rispetto ai tradizionali processi di coltivazione e produzione; la coltivazione su più livelli consente di risparmiare oltre il 90% del suolo. I campi possono essere quindi restituiti al loro habitat naturale favorendo la biodiversità. “Il substrato organico che usiamo può essere riusato come ammendante per i campi naturali”, aggiunge Travaglini, spiegando che il progetto di Planet Farms vede anche il recupero delle aree circostanti all’impianto di Cavenago: “Abbiamo circa una decina di ettari coltivabili messi a disposizione dei contadini locali”.

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