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venerdì 19 aprile 2024 | ore 02:09

Startup per ischemia

Una terapia cellulare innovativa per le forme gravi e oggi incurabili di ischemia cardiaca: è l’idea che dà vita alla startup Oloker Therapeutics.
Salute - Sala operatoria (Foto internet)

L’operazione rappresenta uno dei più significativi investimenti early stage destinati al settore cardiovascolare, supportata da un investitore privato a capitale interamente italiano: Oloker Therapeutics s.r.l. è una startup che deriva da un brevetto, messo a punto dal Centro Cardiologico Monzino e dall’Università degli Studi di Milano, e che è stata creata per sviluppare una terapia cellulare innovativa per le forme gravi e oggi incurabili di ischemia cardiaca. Il passo in avanti nella lotta all’ischemia cardiaca che ha ricevuto una manifestazione di interesse da parte di Siryo SpA, investitore specializzato nel settore delle terapie avanzate e che si è poi concretizzata con la stipula di un accordo di cessione del brevetto e con la costituzione della Oloker Therapeutics s.r.l. I capitali raccolti saranno impiegati per giungere a un proof-of-concept attraverso uno studio first-in-human per il trattamento dell’angina refrattaria. L’innovazione in campo medico è resa concreta grazie allo sviluppo di una nuova metodica terapeutica denominata “Cardiac Pro-angiogenic Cell Plus – CPCPlus”, frutto di anni di ricerca da parte Giulio Pompilio, oggi direttore scientifico del Monzino e professore associato all’Università Statale di Milano. Come ha spiegato lo stesso professor Pompilio, “Tutto parte dalla scoperta di cellule del cuore che abbiamo battezzato CD90 negative, un sottotipo di cellule stromali del cuore umano, cioè le cellule dell’impalcatura del cuore, che hanno una particolare capacità di indurre neo-vascolarizzazione”. “Abbiamo trovato il modo di isolarle - prosegue - selezionarle e iniettarle nel cuore colpito da ischemia per stimolare in maniera molto efficace la creazione di nuovi vasi (angiogenesi terapeutica) all’interno del tessuto miocardico. In pratica creiamo nel cuore un nuovo microcircolo sanguigno, in alternativa a quello danneggiato e fuori uso del paziente. La metodica è concepita infatti per rispondere all’urgente esigenza clinica di pazienti con cardiomiopatia ischemica molto avanzata, che soffrono di angina refrattaria, patologia oggi orfana di cure risolutive. Nel 2017 la tecnologia CPCPlus è stata tutelata con una domanda di brevetto depositata congiuntamente da Monzino e l’Università degli Studi di Milano”.

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