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sabato 20 aprile 2024 | ore 12:22

'Sardegna Gran Tour'

Che la Sardegna sia il paradiso dei motociclisti non è una novità, un’isola che oltre al mare è tradizione, storia, natura e soprattutto strade bellissime e ben tenute su cui viaggiare.
Sport / Motori - 'Sardegna Gran Tour' (Foto Filippo Pandin)

Che la Sardegna sia il paradiso dei motociclisti non è una novità, un’isola che oltre al mare è tradizione, storia, natura e soprattutto strade bellissime e ben tenute su cui viaggiare. Il Sardegna Gran Tour è un’idea geniale che tre anni fa ha avuto Renato Zocchi e un gruppo di appassionati che hanno dato vita all’associazione Adventure Riding e poi creando questo evento. Un'edizione posticipata di tre mesi causa Covid che non è, però, riuscito a fare desistere l’organizzazione a portare a vanti l’evento pur sapendo le difficoltà organizzative e di permessi che questo comportava. La Sardegna ha una conformazione geografica che dal livello del mare in pochi chilometri porta in montagna, con strade perfettamente tenute, con un asfalto praticamente perfetto, e sentieri dove gli amanti del fuoristrada possono inerpicarsi alla scoperta del territorio più vero e puro. Asfalto e terra che si incontrano visto che la formula del Sardegna Gran Tour prevede due percorsi distinti, ma di fatto intercambiabili a seconda della voglia, del tempo o della stanchezza; un valore aggiunto che dimostra che qualunque sia la strada scelta il piacere di guidare e i panorami rimangono ineguagliabili. Partenza ufficiale da Milano; registrazione, consegna bagagli, briefing e si parte. Lasciata la metropoli Lombarda il gruppo si sdoppia in chi segue il percorso Stradale e quello che invece si inerpicherà sugli appennini per poi scendere e ricomporsi a La Spezia sulla veloce autostrada verso porto di Livorno. Punto di ritrovo anche per chi provenendo da altre regioni, magari del sud, ha preferito saltare il trasferimento anche verso Milano. L’avventura vera inizia con lo sbarco a Golfo Aranci (Olbia) dove attraversando la Barbagia e l’Ogliastra, il massiccio del Gennargentu, chi su asfalto chi sui sentieri abbiamo raggiunto la costa ovest ad Arborea, punto tappa per 2 notti in un hotel all’interno dell’omonima pineta, sulle rive del mare. La sera in Hotel diventa momento di comunione, scambio di esperienze e conoscenze facendo diventare il gruppo una grande famiglia unita nonostante il distanziamento sociale e imposto. Il giorno successivo si comincia a vedere il mare e le spiagge più belle della Sardegna a cui arriviamo attraversando le zone più selvagge e affascinati dell’isola. La zona è quella mineraria del Sulcis dove villaggi e miniere abbandonate creano paesaggi inconsueti che si alternano alla bellezza delle scogliere rocciose e delle spiagge tra le dune di Piscinas. La pausa pranzo, organizzata dal Moto Club Gonnesa, ci regala un po’ di storia e cultura con la visita al complesso nuragico di Seruci, più di 3000 anni e ancora tanto da scoprire. Una tappa che ha confermato la validità di una formula che permette ad ognuno di tenere il proprio passo, senza fretta e senza vincoli se non quelli della traccia da seguire; una possibilità che permette a tutti, in strada, ma soprattutto in fuoristrada di viaggiare in sicurezza, alla velocità personale così da soddisfare e divertire tutti. L’ultimo giorno in Sardegna ci vede percorrere, chi su strada chi su sentieri, percorsi con panorami mozzafiato le strade che tagliando poi di nuovo l’interno dell’isola ci riporteranno a Olbia. Abbiamo scelto di fare il percorso stradale ingolositi dalla bellezza della statale Bosa Alghero che sia come guida sia come panorami è sicuramente tra le più belle strade Italiane. Alcuni percorsi all’interno dell’Isola sono all’interno dei parchi naturali, dove normalmente è vietata la circolazione, che L’agenzia Forestas ha aperto in occasione del Sardegna Gran Tour 2020. Olbia e il traghetto che ci ha riportato in continente diventa la conclusione di un Tour che ogni anno riesce a stupire ed essere diverso. Merito sicuramente dell’attenta organizzazione di Adventure Riding, dell’esperienza di Renato Zocchi e del suo staff, ma probabilmente anche dalla stessa Sardegna che ha ancora molto da mostrare e da far scoprire oltre alle solite, innegabili, bellezze marine.

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