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sabato 20 aprile 2024 | ore 10:55

Fantasmi dal passato

M5S: no Tap e ci sarà. No Tav, ma si farà. Niente aiuti alle banche e, invece, salveranno Carige coi soldi pubblici. Fino a no più trivelle in mare, eppure ce ne saranno.
Attualità - Trivelle in mare (Foto internet)

Agatha Christie, la signora dei gialli, diceva spesso: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Ora, a prescindere dalla coincidenza del colore, il giallo, dei libri della Christie e del simbolo grillino, ecco che questa frase pare essere pensata per il programma a 5 stelle, che flop dopo flop sta confessando la sua inconsistenza. Non doveva esserci la Tap e ci sarà. Non doveva esserci la Tav, ma si farà. Niente aiuti alle banche, dicevano, e invece salveranno Carige coi soldi pubblici. Non dovevano esserci nemmeno più le trivelle in mare, eppure ce ne saranno. Tre indizi, anzi quattro, fanno più di una prova; la prova di un consenso costruito sulla base di una campagna elettorale anti-sviluppista, declinata a seconda della piazze, che si sta dimostrando per quello che è, ovvero un mare di promesse irrealizzabili. L’ultima polemica riguarda la concessione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico di due autorizzazioni alla ricerca di giacimenti di idrocarburi nei mari italiani. Le concessioni sono state disposte a vantaggio di due imprese americane, ma riguardano, questo è bene precisarlo, soltanto l’esplorazione e non ancora la trivellazione. Per il via libera a quest’ultimo step è necessario il nuovo intervento del Mise. Subito Di Maio ha voluto smarcarsi, scaricando la colpa sul precedente esecutivo. Di seguito il ministro all’ambiente Costa ha dichiarato di non aver mai firmato nulla di tutto ciò. Ma già la base del consenso a 5 stelle inizia a ribollire. Pesano sul Movimento le conseguenze di un elettorato fortemente ideologizzato, deluso punto su punto, in attesa di capire che ne sarà del RdC. Da quando sono al governo, Di Maio &co hanno perso, stando ai sondaggi, tra i 5 e i 7 punti percentuali, ma sembra che preferiscano ancora il mondo delle illusioni a quello dei progetti. Noi, imperterriti, vogliamo portare qualche numero, nella speranza che la realtà prevalga sull’ideologia. In Italia lo stato incassa il 10% ogni 100€ di gas estratto, 7% se si tratta di petrolio, per un totale annuo che al 2015 si attestava sui 352milioni. Il nostro paese è undicesimo al mondo per volume di petrolio importato, risultando fortemente dipendente dagli altri paesi per il suo fabbisogno energetico (Nel 2014 ha importato 54 milioni di tonnellate di energia), dunque non può permettersi di scherzare. Infine è sicuro. I danni all’ecosistema sono minimi e gli incidenti praticamente nulli: negli ultimi 50 anni un solo fatto, quello di Trecate nel 1994.

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