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giovedì 25 aprile 2024 | ore 20:50

Cinque mesi per un defibrillatore

Il DAE era stato donato dal dottor Gianfranco Facchera della clinica dentale in piazza Mazzini. Ma ci sono voluti ben 5 mesi perché finalmente potesse essere installato.
Castano Primo - Il defibrillatore in piazza Mazzini

Prima non andava bene, ora invece sì. Ma come, se la soluzione alla fine è la stessa? Che cosa è cambiato allora? La chiamano burocrazia, anzi per essere precisi bisognerebbe forse dire la tipica burocrazia all’italiana. Lo sa bene il dottor Gianfranco Facchera. Altroché se lo sa! Già, perché il medico dentista titolare della clinica dentale in piazza Mazzini, ha dovuto attendere 5 mesi (avete capito bene!) per vedere finalmente pronto all'installazione quel defibrillatore che lui stesso aveva donato al comune ed alla città. Ok, nessuno pretendeva che fosse posizionato da un giorno all’altro, però neanche che per arrivare ad un soluzione dovessero passare settimane e settimane. "Non penso che le richieste fatte fossero così eccessive da dover attivare un meccanismo tanto complicato - spiega". Quando, infatti, il medico ha deciso di regalare il Dae, l’unica cosa che aveva domandato è che venisse posizionato in piazza in un’apposita teca da collocare sulla parete della sua clinica, in modo da essere immediatamente disponibile a chi ne avesse avuto necessità. Ma purtroppo sembra che la tipica burocrazia italiana abbia fatto di tutto per mettere i bastoni tra le ruote al progetto. Cosa è accaduto? Molto semplice, la commissione paesaggistica non ha reso possibile tale posizionamento e si è andati avanti per mesi e mesi tra carte, richieste di chiarimenti, spiegazioni con un ulteriore aggravio di spese e soprattutto di rischio se qualcuno in questo lasso di tempo avesse avuto davvero bisogno del defibrillatore (che, lo ricordiamo, c’era, però non poteva essere utilizzato perché non installato). E solo ora, finalmente, grazie alla perseveranza del sindaco ed al costante interessamento del dottor Facchera pare si possa superare tale incomprensibile ostacolo. Ci siamo, insomma, perché appunto la teca verrà collocata nella stessa identica posizione pensata inizialmente dal medico su di un sopporto che lo stesso professionista castanese ha dovuto acquistare di sua mano con un ulteriore esborso economico. "E pensare che l’impatto ambientale è il medesimo – conclude – Anzi addirittura superiore. Onestamente rimango perplesso: non riesco a concepire come una teca poco più grande di una cassetta della posta possa deturpare il paesaggio e se così mi è stato ripetuto più e più volte in questi mesi, mi chiedo come adesso non rappresenti più un problema. Alla fine tutto è bene quel che finisce bene, ma certo che sprecare denaro e tempo prezioso in questo modo è qualcosa che lascia senza parole, soprattutto quando si tratta di una donazione di un’apparecchio che può salvare la vita".

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