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Il saluto di don Carlo Venturin

Dopo 23 anni di servizio a Castelletto, don Carlo "passa il testimone" a don Franco Roggiani e don Giampiero Baldi
Castelletto - Il saluto di don Carlo.03

Una celebrazione intensa, carica di suggestioni e ricordi, per una festa comunitaria decisamente speciale... perchè, come ha detto don Franco Roggiani in apertura di celebrazione, “durante questa Messa vi 'invito' a distrarvi per qualche attimo per ricordare un episodio, una chiaccherata, un gesto e una discussione con don Carlo Venturin, che lascia questa parrocchia dopo ben 23 anni di servizio”.
Ma in fondo, era davvero difficile distrarsi, perchè la celebrazione e l'omelia tenute dallo stesso don Carlo sono stati un intenso concentrato di quanto testimoniato in questi anni castellettesi, da pastore attento, a volte radicale, fermamente teso al senso più profondo del Vangelo e all'iconografia (le 'sue' icone, che grande passione...) del rappresentare Gesù nel mondo.
“Sono davvero sorpreso di vedervi così in tanti – ha esordito durante l'omelia – sono stupito ma non turbato dalle emozioni, perchè tra amici e conoscenti non vi può essere nostalgia”. Il suo 'saluto' trae spunto dal Vangelo del giorno, dall'Annunciazione a Maria: “Colei che era sterile diviene produttiva – spiega don Carlo – così deve essere la Chiesa, capace di donarsi e proiettarsi nel futuro. Arrivai in questa parrocchia, senza feste, l'11 ottobre 1989, in un anniversario del Concilio Vaticano II, quel grande momento che mi vide prete durante i 'lavori' per divenire poi sacerdote. Giunsi da Paderno Dugnano prendendo la 'staffetta' da don Cesare, una staffetta che ora passo a don Franco. Ogni sacerdote, all'interno delle comunità che segue, sa che porterà avanti la chiesa locale per una 'tappa' prima di affidarla a qualcun altro. La mia presenza non è stata piena di anni, ma piuttosto è stata piena di vita. Vorrei tanto che ora non si guardasse alle cose materiali edificate o ristrutturate in questi anni, quanto piuttosto sentire dire dai miei parrocchiani un 'Lei mi ha aiutato a crescere”.
La testimonianza, sicuramente condita da una certa emozione, si addentra nel senso del Vangelo odierno, sulla figura della Madonna (“Mia Donna”) del Rosario che riassume il ruolo di Maria nella centralità della Chiesa: “Vi è una Madonna per tutte le stagioni – spiega don Carlo – basti pensare al pregarla nelle lodi così come nelle suppliche delle litanie. Castelletto - Il saluto di don Carlo.14Nel Concilio viene nominata 'Madre della Chiesa' perchè è da sempre riferimento per arrivare a Gesù, da quando sul Golgota Cristo disse: 'Giovanni, ecco tua Madre' ; affidando in realtà la Madonna all'intera umanità”. E qui fino all'invocazione per il ruolo dei laici: “Papa Giovanni XXIII disse basta ai cristiani lamentosi e profeti di sventura, invocando fedeli aggiornati e attivi nel tempo e nel contesto del periodo”.
E così fino al saluto vero e proprio: “Vi lascio un invito – prosegue don Carlo Venturin – da sempre ogni mia azione, piccola o grande, ho cercato di renderla un capolavoro. Pur nei limiti, così ho cercato di vivere la mia vita. Vi invito pertanto a ripartire da qui: l'arte può superare ogni crisi, la bellezza salverà il mondo. E per quanto fatto per me non posso che dirvi il mio più sincero grazie”.
Un saluto particolare è stato poi portato dal Vicario Pastorale Mons. Gian Paolo Citterio: “Don Carlo è e rimarrà un mio collaboratore anche ora che andrà a Caronno Pertusella – ha detto – ora però voglio portare il saluto e il ringraziamento dell'Arcivescovo per quanto fatto per questa parrocchia e per la Casa Decanale”.
I parrocchiani hanno voluto ringraziarlo donandogli un libro fotografico e di pensieri e un'icona con riprodotto la grande opera del refettorio de 'La Scala di Giacobbe'; mentre l'Amministrazione ha fatto posizionare nel giardino della canonica un antico carro da cava per ricordare le origini più profonde della comunità e come segno del sacrificio delle persone che passano.
Nel chiostro, invece, il particolare 'regalo' di don Carlo ad amici, conoscenti e parrocchiani: ognuno poteva prendere un libro della sua particolare biblioteca come ricordo e approfondimento su cui meditare. Molti fedeli non hanno perso l'occasione di farsi fare un'apposita dedica ricordo.
Con il lancio dei palloncini al cielo e l'aperitivo in oratorio si è concluso il saluto 'ufficiale' prima di dare spazio alla festa comunitaria della Madonna del Rosario.

La festa di Castelletto

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