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mercoledì 24 aprile 2024 | ore 10:34

"La mia vita, sempre in sella"

La storia del castanese Renzo Bellaria che, quest'anno, ha raggiunto l'invidiabile traguardo dei 38 Giri d'Italia. Si occupa della radio informazione.
Castano Primo - Renzo Bellaria con Cipollini

Quante volte gliel’abbiamo sentito dire: “Questo è l’ultimo!”. Invece, eccolo di nuovo lì, alla partenza, all’arrivo o durante qualche fuga, lungo un tornante oppure in un tratto di pianura, perché come ci ha confidato lui stesso “E’ davvero difficile dire basta”. E in fondo diversamente non potrebbe essere, perché il castanese Renzo Bellaria, volto noto del ciclismo di casa nostra (per anni, prima di lasciare, ha fatto parte, infatti, del Pedale Castanese, storica società di Castano Primo), pochi giorni fa ha tagliato l’invidiabile traguardo dei 38 Giri d’Italia. Non da corridore, però (lo è stato per 10 anni, dal 1961 al 1971), bensì in sella ad una motocicletta per la radio informazione. “E’ sempre una grande emozione – racconta – Ogni volta che ci ritroviamo al via è come se fosse la mia prima edizione. E non è solo per la gara vera e propria, ma per il clima che si viene a creare durante l’intera competizione. Tante le persone che ho conosciuto in tutto questo tempo, dagli organizzatori fino ai vari campioni. I ricordi più belli? Ce ne è più di uno: sicuramente quando ho cominciato (avevo appena smesso di correre e mi sono ritrovato con tanti amici). Quindi quando hanno vinto i nostri atleti, Saronni, Bugno, Visentini ed altri. Poi i periodi di Merckx, Hinault e Indurain, specialisti delle manifestazioni a tappe. Ognuno aveva le sue caratteristiche e, in modo particolare, ricordo gli anni trascorsi con i corridori di una volta, i cosiddetti veterani, con i quali ho sempre avuto ed ho ancora oggi un bellissimo rapporto. Non dimenticherò mai le serate, tra una tappa e l’altra, a parlare con Bugno, a confrontarci sulla corsa e su argomenti vari”. Il passato di Renzo e, dopotutto, anche il presente si chiamano, quindi, Giro d’Italia, più altre competizioni alle quali ha preso parte, sempre come radio informazione. Quali le impressioni sull’edizione 2011 della “corsa rosa”? “Sicuramente una gara bella e coinvolgente – continua il castanese – Davvero combattuta e con diverse tappe significative. Quello di quest’anno, però, è stato anche il Giro del dolore e delle lacrime, per il giovane Wouter Weylandt”. Alla fine ha vinto Contador, dietro di lui due italiani, Scarponi e Nibali? “Lo spagnolo – afferma Bellaria – ha meritato il successo, per quanto ha fatto vedere durante l’intera manifestazione. Un corridore straordinario, come unici sono stati anche i nostri due atleti, che non si sono mai arresi ed hanno lottato fino alla fine. E’ come se si fossero vissuti due Giri d’Italia differenti: il primo dominato da Contador, il secondo, invece, con Scarponi e Nibali che hanno dato vita ad un duello fantastico. Una nota di merito anche a due giovani, Ulissi e Capecchi, che hanno fatto molto bene”. Gara a parte, dunque, 38 volte al Giro, l’ultimo oppure... “Non lo so – conclude – In molti mi chiedono di arrivare alle 40 candeline”.

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