Milano / Malpensa

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Un gesto semplice, ma carico di significato. Sabato 24 maggio l’Ecoistituto della Valle del Ticino invita cittadini, scuole, associazioni e istituzioni di tutto il Paese – e anche del nostro territorio – a partecipare a una grande mobilitazione simbolica per ricordare le oltre 50.000 vittime della guerra a Gaza. L’iniziativa, dal forte valore civile ed etico, propone di appendere lenzuola bianche come sudari su balconi, finestre, piazze e davanti a edifici pubblici e privati.
Un’azione diffusa e partecipata, che punta a creare un potente impatto visivo e mediatico: un'onda di bianco che possa bucare l’indifferenza, scuotere le coscienze, richiamare l’attenzione sulla tragedia in corso e testimoniare la volontà collettiva di non restare in silenzio.
«Come si fa a piangere 50.000 morti?», si legge nella locandina che accompagna la proposta. La risposta arriva dalla forza delle immagini: quei lenzuoli bianchi, stesi come corpi avvolti, rappresenteranno simbolicamente le vittime di un conflitto che, troppo spesso, scompare dai riflettori dell’opinione pubblica.
L’appello non ha colore politico, ma parla alla coscienza di ognuno. E si rivolge sia ai singoli cittadini sia agli enti locali, con l’invito a partecipare attivamente. Basta un lenzuolo bianco e un luogo dove appenderlo. L’Ecoistituto suggerisce anche di documentare l’adesione con foto da condividere sui social, accompagnate dall’hashtag dell’iniziativa. «Inondiamo la rete», è l’invito finale: perché anche il silenzio, se condiviso, può diventare un grido.
Anche nella nostra zona – da Magenta a Cuggiono, da Castano Primo a Busto Arsizio – si registrano già adesioni informali, mentre alcuni gruppi locali stanno valutando la possibilità di organizzare momenti pubblici o presìdi visivi per rendere ancora più evidente il messaggio.
Chiunque voglia partecipare non ha che da fare un gesto: stendere un lenzuolo bianco. Ma dietro quella semplicità, c’è l’urgenza di dire basta alla violenza, di risvegliare l’umanità, di restituire dignità a chi ha perso la vita.
Perché nessuna guerra può passare sotto silenzio. E ogni vita merita di essere ricordata.
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