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mercoledì 24 aprile 2024 | ore 17:12

Milan: il Paradiso è vicino

La vittoria sul Bologna 'firmata Flamini' avvicina il Diavolo al diciottesimo titolo. Quinta vittoria in fila, la terza senza Ibra e Pato, grazie ad un rendimento altissimo della difesa guidata da un sontuoso Thiago Silva.
Sport (Fuori Campo) - Il Milan vede lo scudetto (Foto internet)

Ad un passo dallo scudetto, il Milan sorride dopo l'1-0 interno contro il Bologna. Arrivati a tre giornate dalla fine con 8 punti di vantaggio, per perdere il diciottesimo titolo i rossoneri dovrebbe perdere tutte le partite e l'Inter vincerle tutte: matematicamente non impossibile, anche se Allegri ha giustamente commentato “se dovessimo perdere le ultime tre, meriteremmo di perdere questo scudetto”. Con il successo di domenica, invece, il Napoli è ufficialmente fuori dalla corsa per il titolo, staccato di 9 punti dalla capolista con gli scontri diretti a sfavore.

L'importantissimo successo, che avvicina ad un solo punto il Milan dal tricolore, è arrivato grazie ad un 1-0 firmato da un protagonista inatteso, Mathieu Flamini. All'ottavo minuto del primo tempo il centrocampista francese, in campo per l'assenza di Gattuso, ha chiuso con un po' di fortuna un'ottima azione personale, ribadendo in rete il suo tiro ribattuto da Viviano. Con la gara in discesa da subito, però, i rossoneri non ha saputo chiudere i conti ed hanno fatto prendere entusiasmo ad un Bologna ottimamente schierato da mister Malesani, che ha messo in campo una squadra sempre pronta a portare il pressing anche sui difensori e che in alcune occasioni ha occupato interamente la metà campo rossonera. Questo atteggiamento è da sottolineare e lodare, perchè arrivato da una compagine a cui mancano pochissimi punti per essere matematicamente salva, e che invece di schierarsi in difesa attendendo la propria sorte è andata ad attaccare. Pur senza costringere Abbiati a parate degne di nota ed offrendo il fianco al contropiede degli attaccanti rossoneri, il Bologna ha destato un'ottima impressione a San Siro, dominando il secondo tempo.

Dalla parte del Milan, questa è stata la terza partita di un mini-ciclo che ha portato nove decisivi punti nella corsa scudetto: le partite contro Sampdoria, Brescia e Bologna sono state affrontate sostanzialmente senza l'attacco titolare Ibrahimovic - Pato (infortunatosi nella primo tempo con la Samp) ed ha visto un Milan che ha affrontato le avversarie in modo diverso rispetto al resto del campionato. Con Robinho e Cassano a guidare l'attacco, supportati dall'onnipresente Boateng e dal ritrovato Seedorf, Allegri ha dovuto creare un sistema offensivo 'con l'area vuota': nessun punto di riferimento, scambi corti arrivando da dietro, pochissimo sfruttamento delle fasce, tanto movimento senza palla. In questo modo i rossoneri hanno sopperito alle assenze dei due attaccanti titolari ed hanno segnato quattro gol sciupando una dose massiccia di occasioni, specialmente nei primi tempi. Sarebbe interessante riproporlo anche in futuro, se non fosse per le controindicazioni di questo sistema: i cross dei terzini sono destinati ad non avere esito perchè tutti gli attaccanti sono lontani dall'area piccola (ma questo accade anche con Ibra...), ed è molto dispendioso per la squadra, che è letteralmente crollata dal punto di vista fisico nei secondi tempi contro Brescia e Bologna, complici anche i primi caldi primaverili.

Nel momento in cui l'attacco non ha più saputo tenere un pallone, il Milan si è affidato al suo vero punto di forza di questo campionato: la difesa. Con un Thiago Silva ai limiti della prepotenza fisica e tecnica nei confronti dei suoi avversari, umiliati dal confronto con la velocità e l'intelligenza del centrale milanista (che per me è l'MVP del campionato e vero simbolo di questo scudetto), la difesa rossonera ha controllato tutte le iniziative degli avversari, i cui pericoli sono stati portati quasi esclusivamente da palla inattiva. Laddove la retroguardia non è arrivata a chiudere ci ha pensato Christian Abbiati, strepitoso su Diamanti negli ultimi minuti di Brescia - Milan per una parata che è parente stretta di quella su Bucchi nel 1999. Se a questi aggiungiamo la crescita esponenziale di Abate (per rendimento il miglior terzino destro italiano della Serie A, e si potrebbe anche togliere l'italiano), la costanza di Nesta e Yepes e l'importantissimo ritorno di Zambrotta, che ha coperto con l'esperienza il buco sulla fascia sinistra, il Milan ha fondato sulla sua difesa e sul mediano davanti ad essa, che sia Van Bommel o il rientrato Ambrosini, la vera forza.

A chiudere la cronaca della partita col Bologna, è da sottolineare negativamente la prova dell'arbitro De Marco: sbaglia tutti i tempi ed i modi dei fischi, tralasciandone alcuni netti e fischiandone alcuni evitabili; dimentica che per i falli tattici è prevista l'ammonizione dal regolamento e per concludere una domenica da dimenticare espelle Della Rocca per un fallo di gioco del tutto normale, ed oltretutto non accoglie nemmeno le rimostranze di Nesta che, stando alle parole di Malesani a fine partita, si è prodigato per non far espellere il centrocampista del Bologna. Chapeau a Nesta, perchè i campioni si vedono anche da questi comportamenti.

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