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mercoledì 15 maggio 2024 | ore 20:48

Le 20 di A: che voto mi dai?

Il campionato si è concluso: è tempo di pagelle per le squadre che ci hanno appassionato, fatto gioire e deluso in questa lunga stagione.
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Promosse, bocciate o rimandate? Come sono andate le società di calcio di serie A in questa stagione? Il campionato ha chiuso, ufficialmente, i battenti domenica scorsa, allora adesso è il momento di "tirare le somme" dell'anno. Pronti ad un po' di pausa e, soprattutto, a vivere il tormentone estivo del calciomercato, ma prima salutiamoci con le pagelle.

LA PAGELLA:

JUVENTUS - Per il secondo anno consecutivo si conferma vincitrice incontrastata del campionato, terminando con addirittura nove punti di vantaggio sulla seconda. Nonostante l’impegno Champions le abbia tolto preziose energie rispetto alle rivali, ha dimostrato sin da subito di essere un gradino sopra le altre, con un gioco, una solidità di squadra e un amalgama di gruppo invidiabile che, nei rari momenti di difficoltà, le ha permesso di riprendersi e tornare subito a vincere. Gran merito è del lavoro di Conte, che ha saputo plasmare un gruppo composto sostanzialmente dagli stessi giocatori del campionato scorso, con le aggiunte di livello dei soli Isla, Peluso e Pogba, con quest’ultimo che ha fatto fare un ulteriore salto di qualità al centrocampo, vero punto di forza della formazione, con un Vidal che, senza dubbio, ha dimostrato di essere leader, simbolo e uomo in più spesso anche in versione goleador. VOTO:10
NAPOLI - Il secondo posto è di certo un buon risultato, anche se, con la Juventus impegnata in Champions, una squadra solida, esperta, con innesti mirati e con un attacco dal potenziale stellare, con uno se non il migliore attaccante a disposizione (quel Matador Cavani che come Mazzarri, con ogni probabilità cambierà aria) era lecito aspettarsi qualcosa di più. Sono mancati i risultati contro le medio piccole, nei rari momenti in cui potevano essere recuperati punti alla capolista. C’è aria di una piccola rifondazione a Napoli, ma di certo il progetto con acquisti di livello (magari con i 63 milioni della clausola rescissoria di Cavani) porterà la squadra a poter lottare ai vertici in Italia ed essere più che competitiva in Champions. VOTO: 8,5
MILAN - Guardando i pessimi risultati di inizio anno, l’imbarazzante fragilità del reparto difensivo, con una ricorrente e infruttuosa rotazione dei centrali, così come negli altri reparti, i continui cambi di modulo e la mancanza di un undici titolare, con il solo El Shaarawy in grado di infiammare la piazza con i suoi gol ed il suo talento, i tifosi sembravano doversi rassegnare a vivere un campionato nella parte destra della classifica, ai limiti della zona retrocessione. Invece, Allegri, ad un passo dall’esonero, è riuscito a trovare la quadratura del cerchio, proseguendo il cammino in Champions, fermato solo dall’ultimo grande Messi della stagione, e a risalire la china in campionato. Partita dopo partita, ha recuperato punti su punti, grazie al contributo di molti di quegli uomini fischiati a inizio stagione, come Mexes e Zapata, che sono diventati pilastri della difesa, Montolivo, vero faro del centrocampo, e Boateng, che da esterno alto d’attacco, è tornato a giocare ai livelli che gli competono. Decisiva è poi risultata l’operazione Balotelli, giunto a gennaio, ad una cifra molto interessante, che ha letteralmente galvanizzato l’ambiente, tornando a riempire di entusiasmo gli spalti di San Siro. Di certo, con una squadra ricca di talenti giovani in continua crescita (tra cui De Sciglio e Saponara), un Balotelli in più dall’inizio e innesti di livello, la Juve si troverà un avversario in più per lo scudetto. VOTO: 9
FIORENTINA - Campionato superiore ad ogni aspettativa per una squadra, che completamente riallestita, dopo aver rischiato lo scorso anno la retrocessione, è risorta dalle proprie ceneri, con giocatori di grande livello a cifre contenute, con un trio in mediana dai piedi sopraffini, con Aquilani, Pizarro e uno straordinario Borja Valero, al quale Montella ha consegnato le chiavi del centrocampo, un esterno dai numeri e dalle giocate di puro talento come Cuadrado, una coppia di centrali Savic e Rodriguez di rara affidabilità, e un attacco completissimo, che ha mantenuto il talentuoso Jovetic, affiancato dal positivo ritorno di Toni, che ha visto come assoluto protagonista Ljajic, finalmente esploso in tutto il suo talento, facendo capire a pieno come, niente meno che Alex Ferguson, lo avesse scelto anni addietro per il suo United. A tutto questo, si è unita la mano dell’allenatore Montella, che ha plasmato la squadra, impartendole fiducia nei propri mezzi, solidità mentale e soprattutto uno splendido gioco, considerato da molti, il più bello e spettacolare della serie A, simile addirittura a quello del Barcellona. Vista la qualità della squadra, non serviranno molti rinforzi, ma solo alcuni ritocchi: in attacco, dove con ogni probabilità dovrà essere rimpiazzata una punta del calibro di Jovetic, e in porta, alla ricerca di un numero uno sicuro di prima fascia, per così ancor meglio comportarsi in campionato, centrando il terzo posto, che in maniera beffarda è sfuggito all'ultima giornata; e perché no, ad arrivare fino in fondo in Europa League. VOTO: 9,5
UDINESE - L’esempio più lampante di come spesse volte squadre costruite con poco budget ottengano risultati migliori di altre di gran lunga più blasonate. Merito dei numerosi osservatori, che da anni, visionano miglia di cassette, in giro per il mondo, scovando giocatori semisconosciuti a basso costo, ma dal grande talento. Anche quest’anno, molti nomi sono stati azzeccati: il talentuosissimo baby trequartista Zielinski, e i tecnici e affidabilissimi centrocampisti Gabriel Silva, Allan e Pereyra, al quale si aggiunge, oltre ad aver valorizzato un suo giovane, Muriel che, dopo un anno in prestito a Lecce, ha mostrato a pieno tutto il suo talento. Eppure, l’inizio non era stato dei migliori, vista la squadra ricca di nuovi innesti, con ovvie difficoltà nel conoscere i movimenti dei compagni. Poi, però, Guidolin è riuscito a far quadrare il cerchio e trascinato dai gol e dalle giocate di Di Natale, che ha fatto da chioccia a molti dei compagni più giovani, insieme alle parate di Brkic e all’esperienza dei compagni più esperti, come Benatia e Danilo (pilastri della difesa) i risultati sono migliorati sempre più, fino ad una meritatissima qualificazione alla prossima Europa League. VOTO: 8,5
ROMA - Per il secondo anno consecutivo, risultato della finale di Coppa Italia permettendo, quella appena trascorsa è stata un'annata di ttroppi alti e bassi. Inizio ricco di entusiasmo con l’arrivo di Zeman, che ha sin da subito rimesso in mostra quel calcio spumeggiante, che vede tutti gli uomini, esclusi i difensori centrali, partecipare attivamente alla manovra d’attacco, ma ha evidenziato i soliti difetti del passato, con una difesa altissima e fuori posizione che ha permesso a qualunque tipo di attaccante avversario di trafiggerla, perdendo così alcune partite che sembravano già vinte. Poi, il boemo, per la pochezza di risultati e la decisione di escludere alcuni big (Stekelenburg e De Rossi su tutti) è stato esonerato e sostituito da Andreazzoli, che ha tentato di dare maggiore compattezza e un assetto tattico meno spregiudicato. All’inizio, i risultati lo hanno premiato, ma, con il tempo, è emersa nella squadra una fragilità psicologica e di concentrazione, di approccio alla partita, che ha caratterizzato un continuo alto e basso di risultati. Peccato, perché il livello del gruppo è notevole, e le individualità di spicco non sono mancate, con l’esplosione in tutto il suo enorme talento di Lamela e la scoperta di due giovani prospetti come Marquinhos e Dodò, che hanno mostrato di poter diventare nel giro di pochi anni terzini di primo livello. VOTO: 5
LAZIO - Discorso simile a quello della Roma, con la differenza che la squadra era partita fortissima, facendo pensare di poter competere persino per lo scudetto. Poi, la differenza in negativo l’hanno fatta gli infortuni, con la gravissima perdita di Klose, di Konko e Dias in difesa, con i sostituti che non si sono mostrati all’altezza, oltre al calo di stimoli e rendimento di Hernanes, che ha dato un colpo definitivo al rendimento della squadra. L’allenatore ha però un progetto tattico definito e idee chiare, dimostrando che con gli uomini giusti si possano ottenere grandi risultati. Resta da capire se i big, Klose ed Hernanes su tutti, siano disposti a continuare a credere con forza nella causa biancoceleste, con l’aggiunta di alcuni innesti di livello, che pare inevitabile, nonostante la scoperta di alcuni giovani interessanti (il centrocampista Onazi). VOTO: 5
CATANIA - Annata oltre alle aspettative per gli etnei, che hanno confermato i buoni risultati delle ultime stagioni, aggiungendo quel gradino in più che mancava, con riserve di livello che hanno sostituito, quando necessario, i titolari. Grande merito di Maran, che ha plasmato una squadra all’attacco, prestando però anche attenzione alla fase difensiva, con il tridente di sudamericani Bergessio, Gomez e Barrientos, che ha messo in difficoltà ogni tipo di retroguardia, con rapidità, dribbling e freddezza sottoporta, il tutto con un solido centrocampo, con la maturità a livello tattico di Izco e le ormai conosciute abilità di playmaker e nei calci piazzati di Lodi, che merita la nazionale, oltre alla solidità difensiva di gente esperta, come Legrottaglie e Spolli, e la velocità e il tempismo del giovane Bellusci. Peccato che Gomez andrà via, ma se i più talentuosi giocatori non verranno venduti in toto c’è da scommettere che anche l’anno prossimo l’obiettivo europeo, così vicino quest’anno, non possa trasformarsi in realtà. VOTO: 8
INTER - Una delle annate peggiori a memoria. Eppure l’inizio, con tutti gli uomini a disposizione, la buona vena degli attaccanti, con un ispirato Cassano, un Palacio esploso match dopo match, un centrocampo solido, con Guarin valore aggiunto, e una difesa sicura, guidata dall’esperto Samuel, con l’Inter a rincorrere la Juve in classifica, avevano fatto pensare ad una stagione al vertice. Invece, partita dopo partita, sono venuti a mancare titolari da ogni zona del campo, con le perdite maggiori in attacco, con il tridente Milito - Palacio - Cassano (che aveva trovato l’intesa, i movimenti giusti e i gol) smontato settimana dopo settimana. Come se non bastasse, la cessione di Sneijder, non trattata nel migliore dei modi, la perdita degli esterni titolari, dell’esperienza di Samuel, e via via di altri giocatori, hanno costretto l’Inter a giocare ogni partita con gli uomini praticamente contati. Così è iniziata un’involuzione di risultati e di gioco preoccupante, con il solo Rocchi, vera prima punta a disposizione, i cambi dei titolari costituiti spesso da ragazzi della primavera, e la stanchezza subentrata negli uomini chiave, vedi Guarin, Pereyra e Cambiasso, costretti agli straordinari ogni domenica, vista anche la perdita di Gargano, hanno portato a numerose sconfitte senza appello, con la bandiera Zanetti, che nelle ultime giornate, ha dovuto arrendersi per infortunio. Di certo gli infortuni sono stati rilevanti e pesantissimi; viene però da chiedersi come in tutte queste partite non sia stato costruita un’identità di gioco all’altezza, con le sole individualità dei singoli (Alvarez e Kovacic e pochi altri ad emergere) finendo superati anche dal Catania, senza nessun piazzamento europeo. L’ossatura della squadra rimane di livello, ma è indubbio come la carta d’identità di alcuni “senatori” inizi ad essere troppo avanzata ed è necessarie, quindi, una piccola rifondazione, partendo da quello che di buono si è visto (il super portiere Handanovic, da tenere per qualsiasi cifra, un Palacio che qando in condizione ha foderato reti e prestazioni convincenti trascinando spesso i suoi, il talentuoso e dagli ottimi piedi Kovacic, al quale dovrà essere costruita attorno una squadra di buon livello, così da poter tornare a lottare ai vertici in Italia. VOTO: 4
PARMA - Buona stagione, ma è mancato sempre quel salto di qualità per alzare l’asticella su obiettivi diversi rispetto ad una tranquilla salvezza. Scarsa, però, la continuità di risultati, soprattutto nella seconda parte della stagione, con il calo psicologico, dato da una posizione tranquilla. Di certo, con un Amauri tornato a buoni livelli realizzativi, la scoperta di un bomber del futuro come Belfodil, una difesa esperta e solida, un centrocampo ricco di piedi buoni, con Valdes, consacratosi nell’ormai non più inedito ruolo di mediano, la crescita di Parolo, centrocampista completo con capacità di inserimento, era lecito aspettarsi qualcosa di più. Per alzare i traguardi servono pochi rinforzi, ma mirati. VOTO: 6,5
CAGLIARI - Stagione più che positiva, a partire dal fatto che non è facile raggiungere una salvezza più che tranquilla, senza quasi mai disputare le partite casalinghe nel proprio stadio, con le grottesche vicende Is Arenas che hanno poi costretto a virare su Trieste, al quale si è poi aggiunto l’arresto del presidente Cellino, che ha dato ancora meno serenità ad un ambiente già provato. Eppure, dopo un avvio zoppicante con Ficcadenti, il duo Pulga - Lopez è riuscito a dare un’impronta fisica e di gioco notevole alla squadra, dove nel collettivo sono emerse grandi giovani individualità, come il talentuoso Sau, autore di un‘annata straordinaria, la prima in A con ben 12 reti, il velocissimo e funambolico Ibarbo, la consacrazione a centrocampo di Naingollan, ormai pronto per un top club, al pari di Astori, vero pilastro della difesa. Se i giovani talenti che hanno dato un valore aggiunto alla squadra non verranno ceduti in toto e l’ossatura della squadra rimarrà tale, non c’è da stupirsi che si possa tentare di raggiungere traguardi più allettanti che una semplice salvezza. VOTO: 8
CHIEVO VERONA - Ennesima buona stagione da quando gli scaligeri disputano la massima serie. L’inizio non è stato dei migliori, ma con l’avvento di Corini si è vista una squadra cinica, serrata nei reparti di difesa e centrocampo, lottare su ogni pallone, rendendo la vita difficile a qualunque avversario, ottenere una meritata salvezza. Valore aggiunto è stato senza dubbio Théréau, che ha dispensato gol, assist e grandi giocate, la scoperta del talentuoso centrocampista Coffie, oltre alle solite certezze, Rigoni a centrocampo e Andreolli in difesa, per citare i più continui. Di certo, l’anno prossimo, viste le partenze illustri di due importanti pedine, come quelle sicure di Andreolli e Théréau, serviranno rinforzi. VOTO: 7
BOLOGNA - Discreta stagione per gli emiliani, culminata con largo anticipo, con la salvezza. Leggendo i nomi, però (Gilardino e Diamanti su tutti) senza tralasciare la consacrazione di Konè e Taider, come mezz’ali con grande capacità tecniche e di inserimento, ci si sarebbe aspettati un piazzamento nella parte sinistra della classifica. Urgerà l’acquisto di un portiere, con le insicurezze palesate a turno da Agliardi e Curci, un difensore che rinforzi un pacchetto di centrali e, senza dubbio, a centrocampo, dove dopo il gran campionato, le permanenze di Taider e Konè non appaiono così certe, e soprattutto sulla trequarti, dove il sicuro partente e anima della squadra Diamanti lascerà. VOTO: 6
SAMPDORIA - Annata in chiaro-scuro per i doriani, con un inizio folgorante, con bel gioco, gol e buoni risultati, evaporatisi però col tempo, fino a cogliere continue sconfitte. Una cura l’ha data la gestione Delio Rossi, anche se la squadra ha mostrato in molte partite discontinuità di rendimento in diversi uomini, oltre a fallire l’approccio mentale al match, per un episodio o un gol subito, senza più rialzarsi. Le note positive sono state, senza dubbio, il buon gioco, scaturito dai piedi di Poli, ormai sempre più instradato verso una grande squadra, con la scoperta Obiang, a stupire, con grande fisicità e capacità tecniche, la solidità di Costa come centrale, e la consacrazione di De Silvestri, come esterno di spinta, oltre all’esplosione forse prematura, e rientrata drasticamente nelle ultime giornate di Icardi. Viste le molte partenze annunciate, con Icardi promesso all’Inter, Poli destinato ad un top club italiano, il costoso e non sempre impeccabile portiere Romero, sul piede di partenza, più alcuni giocatori in comproprietà o prestito come De Silvestri, urgeranno molti ritocchi in diversi reparti. VOTO: 6
ATALANTA - Troppi alti e bassi anche nella stagione dei bergamschi, che hanno risentito oltre modo dell’infortunio del faro di centrocampo Cigarini, con i sostituti, si ricchi di grinta e fiato, ma con piedi meno nobili, a faticare a costruire verticalizzazioni, limitandosi spesso a passaggi orizzontali, al quale si è aggiunta la non grande annata dal punto realizzativo di Denis, che apparso spesso demotivato e non sempre ben servito dai compagni, non ha contribuito come suo solito a finalizzare il lavoro della squadra, spesso smarrita, senza le reti del suo bomber. Lieta nota positiva è stato senz’altro Bonaventura, uno dei prospetti più interessanti in Italia, sulla fascia sinistra, già preso in seria considerazione da Prandelli, che in diverse partite ha contribuito, con i suoi dribbling e le sue giocate sulla fascia, oltre a diverse marcature, a caricarsi la squadra sulle spalle, conducendola alla vittoria. Per ottenere una salvezza senza troppi patemi servono un centrocampista dai piedi buoni (visto il probabile addio di Cigarini) un bomber che sostituisca il forse partente Denis. VOTO: 6
TORINO - Considerata quella appena trascorsa, come la prima annata di serie A dopo innumerevoli anni, quello della salvezza, pur con alcuni patemi, è risultato positivissimo. Si è visto eccome il lavoro di Ventura, con il coraggioso 4-2-4 ad esaltare le doti degli esterni d’attacco, con Cerci, rivitalizzato dal suo mentore e tornato a livelli da nazionale a suon di buone prestazioni e gol, al pari degli attaccanti Meggiorini, Bianchi e l’acquisto di gennaio Barreto, che ruotati con continuità, hanno dato un buon contributo offensivo, con gran movimento e reti, che hanno portato alla salvezza. Tra le note negative, la fragilità psicologica, con molte partite già vinte, perse negli ultimi minuti, la scarsa qualità dei mediani Basha e Gazzi, bravi a interdire, ma non altrettanto a creare, e la stagione sottotona di Ogbonna, demotivato e apparso voglioso di cambiare aria. Viste le partenze certe di Ogbonna, Bianchi e la posizione incerta di Cerci, sarà necessario almeno un rinforzo per reparto, per una tranquilla salvezza. VOTO: 6,5
GENOA - Prima parte della stagione molto negativa, con una cozzaglia di giocatori presi da vari campionati e diverse realtà che faticavano a trovare l’amalgama giusta tra di loro, con i diversi allenatori cambiati da Preziosi, che faticavano a dare un gioco alla squadra, senza trovare né il modulo né i giocatori giusti, con il solo gol di Borriello a tentare di dare speranza ad un Genoa, imbarazzante nella fase difensiva, con reti subite a grappoli, e in mediana, dove vicino a Kucka mancava un giocatore dai piedi buoni in grado di impostare il gioco. Scialuppa di salvataggio è stato il mercato di riparazione, con gli azzeccatissimi acquisti di Portanova e Manfredini a puntellare la difesa e quello di Matuzalem in mediana, a dare ordine e geometrie in mezzo al campo, sistemando così i reparti più fragili, con i gol del sempre presente Borriello e il miglioramento di prestazioni di Moretti in difesa e del talentuoso Bertolacci sulla trequarti, a dare la scossa per una sofferta salvezza. Urgeranno idee chiare subito per non ripetere un’annata così travagliata. VOTO: 6
PALERMO - Stagione a dir poco fallimentare, con il vulcanico presidente Zamparini, senza dubbio grande responsabile della disfatta rosanero, cambiando una miriade di allenatori, confondendo sempre più una squadra, già di per sé senza grande talento, mal allestita sin dall’inizio dell’anno, badando più al fair play finanziario che alla competitività del club. A tutto ciò si sono aggiunti i ripetuti cambi dirigenziali, con gli ultimi mesi che hanno riacceso una fiammella di speranza, quando era troppo tardi, con, neanche a dirlo, in panchina il primo allenatore esonerato della stagione, Sannino. Il livello della squadra non era di certo eccelso, ma con idee tecniche chiare, giocatori come Miccoli e Ilicic, un centrocampista di livello internazionale come Barreto, un portiere come Sorrentino, acquistato a gennaio, più alcuni uomini di esperienza come Dessena e Aronica, l’obiettivo salvezza sarebbe potuto essere centrato. Servirà un’inevitabile rifondazione per tornare al più presto nella massima serie. VOTO: 4
SIENA - Grande peso ha avuto senza dubbio la penalizzazione di 6 punti, anche se la squadra non è apparsa molto competitiva: pochi i talenti, come Rosina, tornato a buoni livelli dai tempi del Toro, Sestu, ala dalla buona corsa e dribbling, oltre che tiro, Angelo, moto perpetuo sulla fascia destra, Emeghara, preso a gennaio semi sconosciuto e dimostratosi rapidissimo e freddo sottoporta, con le gravi pecche della difesa, con il migliore dei centrali Neto, ceduto a gennaio in Russia, ad indebolire un reparto già di per sé non molto sicuro, che hanno contribuito, insieme ad un centrocampo non all’altezza, con scarsa qualità, con la conseguente inevitabile retrocessione. Servono rinforzi per tornare in A. VOTO: 5
PESCARA - Squadra non allestita per poter competere per l’obiettivo salvezza, con molti giocatori che non avevano mai assaggiato la categoria, con la grave responsabilità di non aver rimpiazzato adeguatamente Insigne, Immobile e Verratti, rispettivamente due goleador della scorsa stagione, e faro del centrocampo, che avevano permesso di centrare la splendida promozione nell’annata precedente. A tutto ciò, va aggiunto il cambio di tre diversi tecnici, che non hanno permesso di trovare un’identità di gioco, con una palese fragilità difensiva, a cui nessun tecnico è riuscito a porre rimedio, terminando con la peggior differenza reti del campionato. Uniche note liete, il talento intravisto in alcuni giovani, come il trequartista Quintero, che, quando in buone condizioni, ha cercato di trascinare la squadra, al pari dell’attaccante Weiss e del portiere Perin che, secondo molti, potrà diventare un prospetto interessante per la nazionale che verrà. Per tornare subito nella massima serie, la rosa attuale sembra poter essere competitiva, anche bisogna cercare rinforzi in attacco, e soprattutto nel pacchetto arretrato. VOTO: 5

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